TAORMINA – Sull’onda delle proteste scatenate dalla chiusura annunciata nei giorni scorsi, la Regione Siciliana (forse) ci ripensa e fa un mezzo passo indietro sulla Cardiochirurgia Pediatrica di Taormina.
L’assessore Giovanna Volo, in un’intervista al Tgr Sicilia – Rai, ha fatto sapere che la Regione Siciliana proverà a chiedere al Ministero della Salute una deroga rispetto al decreto Balduzzi che prevede al momento una sola Cardiochirurgia ogni 5 milioni di abitanti. Se Roma dovesse dare l’ok, a quel punto rimarrebbe in attività il Ccpm Taormina – da capire se ancora con il Bambino Gesù di Roma o se andando in gara d’appalto – e avverrebbe, al contempo, la prevista apertura del reparto al Civico di Palermo la cui gestione è già stata affidata al San Donato di Milano.
“La preoccupazione che manifesta la popolazione dell’area orientale della Sicilia ha indotto il Governo ad avere un attimo di riflessione e confronto e la possibilità di chiedere al Ministero una deroga a quanto è stato precedentemente stabilito“, ha detto l’assessore Volo. E’ chiaro ed evidente che il decreto Balduzzi rappresenta la “foglia di Fico” dietro la quale si è nascosto il governo Schifani per tentare di chiudere il Ccpm e lasciare in attività soltanto il futuro reparto di Palermo. Una deroga, rispetto al decreto Balduzzi, è già stata data sia in Campania che in Lombardia e se il diritto alla salute vale per tutti allo stesso modo, a quel punto il Ministero della Salute dovrebbe dare il nulla osta all’istanza che farà la Regione Siciliana. Ma in Italia, terra di furbacchioni e patria di scelte cervellotiche, nulla è scontato e la prudenza rimane assolutamente d’obbligo. A maggior ragione quando si tratta di vicende della Regione Siciliana, che da tempo immemore e in tanti contesti ha mostrato la propria (incontrastata) abilità nel fare il gioco delle tre carte su tutto ciò che riguarda Taormina.