Caos all’Assemblea Regione Siciliana, dove ieri era atteso il pronunciamento dell’aula sulla questione dell’approdo in aula del Ddl collegato. L’opportunità, e di conseguenza l’attesa per i Comuni come Taormina, era legata al possibile ok alla proposta normativa fatta da Sud chiama Nord sui Parchi Archeologici siciliani. In sostanza Cateno De Luca proponeva con il suo gruppo politico un ristoro del 10% per i Comuni che sostengono spese per i servizi, come nel caso di Taormina che per i grandi eventi deve farsi carico di garantire ordine pubblico, viabilità, decoro e raccolta rifiuti a proprio spese ed introitando al momento zero euro per coprire questi costi.
Sulla questione si era aperta una trattativa, portata avanti dal presidente dell’Assemblea Regionale, Gaetano Galvagno, che ha fatto da “pontiere” tra lo stesso De Luca ed il presidente della Regione, Renato Schifani. E proprio il governo ha proposto, in sostanza, di farsi carico di approvare la norma, intestandosela e tuttavia con una modifica: portando quel 10% di quota fissa, ad una parte variabile “sino al 10%.
De Luca si è opposto a questa modifica che avrebbe determinato l’esigenza poi per i comuni di “trattare” la percentuale del rimborso. Schifani, a quel punto, avrebbe minacciato di dare le dimissioni in caso di approvazione della “norma De Luca”. Alla fine la votazione è saltata e oltre all’ira di De Luca si è scatenata anche quella del presidente dell’Ars, Galvagno, con la discussione (e relativa votazione del punto) che slitta al 28 giugno e l’apertura di un nuovo, ulteriore, fiume di nuove polemiche.
