“Anche dopo lo scoppio della guerra in Ucraina l’UE ha pensato che si potesse andare avanti con “business as usual”. Valanghe di direttive green inapplicabili; delega agli stati sulla politica industriale falsando il mercato unico; governance consensuale; patto di stabilità “frugale”; lentezza nel sostegno all’Ucraina; limitazione nell’uso della capacità di fare debito comune; mancanza di un progetto vero sulla difesa europea”. Lo afferma il leader di Azione, Carlo Calenda.
Le priorità vanno rovesciate e devono essere queste: 1) difesa comune con debito europeo; 2) Politica Industriale Comune sostitutiva di quella nazionale che miri anche alla sicurezza degli approvvigionamenti; 3) freno alla superfetazione di regolamentazioni ambientali senza analisi di impatto; 4) patto di stabilità adatto ad un’economia che deve tener conto dell’instabilità esterna e della necessità di benessere e sicurezza della classe media (MES sanitario); 5) limitazione del diritto di veto in Consiglio e stretta sulle influenze esterne dirette (sulla politica) e indirette (sui social e mezzi di comunicazione)”.
“L’assetto della nuova Europa deve essere meno erbivoro e più assertivo e l’agenda delle priorità più chiara e meno astratta. A questo lavoreremo in Parlamento Europeo”, aggiunge Calenda.