HomeTurismo & LifestyleBooking fa pace con il fisco e verserà 94 mln di Iva

Booking fa pace con il fisco e verserà 94 mln di Iva

La società Booking.com Bv, con sede in Olanda, fa “pace” con lo Stato italiano e si mette al passo con il Fisco dopo un contenzioso milionario, evitando la “spada di Damocle” del sequestro delle somme.

Booking.com ha corrisposto all’erario 94 milioni di euro, attraverso una procedura di adesione con l’Agenzia delle Entrate, chiudendo un braccio di ferro tributario per mancata presentazione della dichiarazioni ai fini Iva. Il tutto si riferiva, per esattezza, agli anni che vanno dal 2013 al 2021. L’evasione era stata scoperta dalla Guardia di finanza (dai finanzieri di Chiavari) coordinata dalla procura di Genova.

Dall’inchiesta era emerso che Booking.com avrebbe fatturato le prestazioni di intermediazione online rese in favore di tutti gli albergatori/affittacamere “inserzionisti” senza percepire la relativa Iva ed applicando per tutti i clienti italiani, indistintamente, il cosiddetto meccanismo del reverse-charge, in forza del quale l’Iva su ciascuna prestazione è dovuta non dal fornitore ma dal committente (in questo caso dall’albergatore o “affittacamere”) ma solo se titolare della relativa partita.

“Il pagamento delle somme accertate come evase – sottolinea la procura – ha consentito a Booking.con di evitare che venisse chiesto da questa autorità giudiziaria ed eseguito un sequestro preventivo in sede penale. Booking.com, recependo tra l’altro con apprezzabile e responsabile spirito di collaborazione gli orientamenti ed indicazioni della Agenzia delle Entrate, nonchè una precisa richiesta della procura di Genova sul piano tributario per l’anno 2022, conformemente a quanto richiesto dalla Agenzia, ha presentato la dichiarazione a fini Iva in Italia, per un’imposta pari ad oltre 19 milioni di euro; ai sensi del decreto legislativo 231/2001 ha inoltre adottato un modello organizzativo conforme all’impostazione del fisco Italiano, in ragione del quale se il cliente albergatore non fornisce partita IVA o se fornisce alla Società un numero di partita Iva non valido per l’Ue, Booking applicherà l’Iva al 22% sulla fattura e provvederà a compilare la dichiarazione Iva ed al relativo pagamento dell’imposta in Italia su tutte le transazioni con privati non titolari di partita Iva”.

“Riteniamo di essere in regola con le vigenti leggi italiane sull’Iva e possiamo confermare di aver aderito ad un accordo di reciproca soddisfazione con l’Agenzia delle Entrate per il periodo 2013-2021”. Così la società Booking.com in una nota commenta l’accordo raggiunto con il fisco italiano per chiudere il contenzioso.

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