HomeAttualità e CronacaBollette Tari: "tsunami" ricorsi sul Comune di Taormina

Bollette Tari: “tsunami” ricorsi sul Comune di Taormina

TAORMINA – Le bollette della Tari sono sempre state un regalo decisamente indigesto per tanti cittadini e a maggior ragione per le imprese ma a Taormina la pandemia ha amplificato (mal)umori e difficoltà oggettive e adesso si va verso un probabile tsunami di ricorsi contro il Comune.

Dalle parti di Palazzo dei Giurati si rischia di non introitare una buona parte delle somme 2020 e per di più – la beffa oltre al danno – di doversi fare carico dei costi di giudizi che nelle aule di tribunale potrebbero vedere soccombente l’ente.

“Alcuni hotels non hanno ancora ricevuto gli avvisi Tari 2020 – ha fatto sapere il presidente degli Albergatori di Taormina, Gerardo Schuler -, altri mi confermano che hanno ricevuto in questi giorni gli avvisi del 2021. Il Comune pretende il pagamento Tari anche dagli hotel rimasti chiusi, diversi lo sono da oltre 2 anni, e che non hanno quindi prodotto rifiuti. Per il 2021 poi, la Tari sembra non prevedere neanche quel piccolo sconto Covid, quindi “tariffa piena per hotels vuoti” o che nella migliore delle ipotesi, anche nel 2021 hanno lavorato in media nuovamente al meno 60-70% rispetto all’ultimo anno buono 2019. Nuovamente in barba alle direttive della Unione Europea che prevedono che cittadini ed imprese paghino sulla base dei rifiuti effettivamente prodotti. Noi albergatori taorminesi dobbiamo invece pagare a metro quadro, a forfait, per non dire “ad muzzum”. 
 
“Per 2 anni di seguito – aggiunge Schuler -, alla ditta incaricata alla raccolta e smaltimento non si è apparentemente neanche fatta la richiesta ufficiale di riduzione delle tariffe, ne per il 2020 e neanche per il 2021, pretesa che sarebbe stato lecito fare sulla base della ingente riduzione dei rifiuti effettivamente conferiti nei 2 anni di crisi nera. Ho ripetutamente invitato l’Amministrazione comunale a ridiscutere quei termini contrattuali, ma non mi risulta che sia stato mai intrapreso qualcosa in questa direzione. La ditta incaricata alla raccolta e smaltimento ha certamente fatto un buon affare lavorando molto di meno per 2 anni consecutivi ed incassando vuoto per pieno come negli anni pre-pandemici. Chi paga è sempre pantalone, cioè le imprese turistiche, hotels in primis. Comprensibile che molti colleghi hanno fatto, e continueranno a fare ricorso. Ricorsi che costano tempo e denaro, all’albergatore ma anche al Comune e quindi, alla fine, alla comunità intera. Pagheremo quindi singolarmente tutti noi i costi futuri anche di questa disorganizzazione. Si poteva, si doveva evitare”. 

Alla fine quanto incasserà il Comune rispetto ai circa 4 milioni auspicati? Non siamo veggenti ma non serve la sfera di cristallo per immaginare che buona parte di quelle somme la casa municipale rischia di vederle con il binocolo. Non li vedeva già prima e tanto più adesso in tempi di pandemia…

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