HomeAperturaAltro che elezioni: è uno squallido mercato delle vacche

Altro che elezioni: è uno squallido mercato delle vacche

Lo spettacolo a cui stanno assistendo in questi giorni i siciliani, come del resto anche i cittadini delle altre regioni italiane, è a dir poco disarmante, avvilente. Più semplicemente può bastare una parola: una vergogna. Il 25 settembre si vota per l’election day, vanno in scena le Politiche (le elezioni nazionali, per intenderci) e dalle nostre parti pure le Regionali.

E per la composizione delle liste è andato in scena e continua a registrarsi un autentico spettacolo di Carnevale. In tanti dovrebbero mettersi la maschera e nascondersi per l’indecenza dei comportamenti avuti – ancora una volta – nei confronti della gente. Altro che bene comune, poltrona per se stessi e chi se ne frega di tutto il resto. Il gran ballo degli accattoni travestiti da Pulcinella suona la grancassa del menefreghismo e se ne frega dei moralismi. Oltre i limiti dello squallore.

Soloni di ogni colore politico si sono dati un gran da fare per farsi assegnare un posto privilegiato in lista con vista panoramica alla Camera e al Senato, passando per la via facile di una legge che in buona sostanza oggi potrebbe mandare in Parlamento anche Fra Cazzi da Velletri e la Sora Lella. A suon di raccomandazioni, amicizie e comparanze varie, tra telefonate pietose (“ti prego, mettimi all’Uninominale, o al Proporzionale ai primi posti così se scatta il seggio il salgo) si è scatenata una gara a chi ce l’ha più a giro, per non dirla in altro modo.

Per la serie: sei una capra? Non hai neanche il tuo voto, il tuo elettorato non esiste o tutto al più puoi contare soltanto sul consenso del tuo gatto Arcibaldo e del cane Rin Tin Tin? Non importa. Trovati una spintarella e fatti posizionare in un bell’Uninominale e tra un mese sarai parlamentare a Roma, potrai occultare la tua ignoranza con un bell’abito elegante, prenderai un gran stipendio e ti regaleranno pure un vitalizio. Che vuoi di più dalla vita? C’è da rappresentare gli italiani? Vabbé ogni tanto si potrà sempre dire qualche idiozia di circostanza.

L’importo netto dell’indennità parlamentare, corrisposto per 12 mensilità, è pari a 5.246,54 euro, a cui devono poi essere sottratte le addizionali regionali e comunali, la cui misura varia in relazione al domicilio fiscale del deputato. Tenuto conto del valore medio di tali imposte addizionali, l’importo netto mensile dell’indennità parlamentare risulta pari a circa 5.000 euro. Tale misura netta è determinata sulla base dell’importo lordo di 10.435,00 euro, sul quale sono effettuate le dovute ritenute previdenziali (pensione e assegno di fine mandato), assistenziali (assistenza sanitaria integrativa) e fiscali (IRPEF e addizionali regionali e comunali). Per i deputati che svolgono un’altra attività lavorativa, l’importo netto dell’indennità ammonta a circa 4.750 euro, corrispondenti a 9.975,00 euro lordi. Viene riconosciuta poi, a titolo di rimborso delle spese di soggiorno a Roma, una diaria. Ciò sulla base della stessa legge n.1261 del 1965. L’attuale misura mensile della diaria, a seguito della riduzione disposta dall’Ufficio di Presidenza nella riunione del 27 luglio 2010, è pari a 3.503,11 euro.

Abbiamo visto candidati catapultati dai Collegi del Nord in Sicilia perchè non c’era più spazio in quelli dove di solito venivano posizionati e allora i partiti li hanno parcheggiati altrove, in quelle regioni come la Sicilia che sono terra di conquista. Ovviamente con il beneplacito dei coordinatori regionali, che in cambio si sono garantiti un seggio a Roma.

E poi candidati che sono saltati da una lista all’altra, cambiando schieramento o persino nel perimetro della stessa coalizione. Artisti della politica che dalla sera alla mattina hanno cambiato casacca come fosse un paio di mutande.

La politica ha perso la dignità da un pezzo ma in questa campagna elettorale si è una vista una ciurma di soggetti che rasentano il senso del vomitevole e meriterebbero sul serio di finire dentro la tazza di un Wc. Con annesso lancio dello sciacquone. Tutti, da una parte e dall’altra, nessuno escluso. Senza distinzioni.

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