HomeAttualità e CronacaAbusivi a Taormina: la carica dei 500 "invisibili" nell'extralberghiero

Abusivi a Taormina: la carica dei 500 “invisibili” nell’extralberghiero

TAORMINA – Pass fotocopiati, pass “ereditari” per le disabilità, tasse non pagate e chi più ne ha più ne metta. La giostra delle furbate a Taormina gira veloce, la storia l’abbiamo raccontata ormai a chiare lettere e a questo campionario va aggiunto, ovviamente, anche il capitolo – al momento anch’esso irrisolto – degli invisibili del settore extralberghiero. Si parla, insomma, di b&b e case-vacanza che operano in condizioni di clandestinità facendo concorrenza sleale a quelle attività che, invece, sono in regola e pagano le tasse e versa l’imposta al soggiorno al Comune.

Da tempo le associazioni di categoria, Taoxenia ed anche l’Associazione Albergatori Taormina, sollecitano il Comune di Taormina ad adottare il Codice identificativo che il Consiglio comunale ha già deliberato lo scorso anno e potrebbe aiutare a distinguere chi è in regola e chi no. Si attende che si dia corso a questa procedura per individuare i “furbetti” che si ostinano a non versare l’imposta di soggiorno. Da un anno esatto a questa parte – da quando l’11 maggio 2021 il Civico consesso di Taormina ha approvato il nuovo regolamento della imposta di soggiorno – l’unico passo in avanti fatto è stata la creazione del “modulo richiesta codice identificativo comunale” e tutto si è fermato li”. Questo è quanto lamentano le associazioni del settore, che hanno pure evidenziato che “Sul portale del G20 dei Comuni Balneari, al quale anche Taormina aderisce, sono stati pubblicati dei dati di Airbnb che confermano che a Taormina le strutture che vendono sul portale Airbnb a luglio 2021 erano 1.149 ed è decisamente probabile che oggi saranno ancora di più”.

E adesso a soffermarsi sull’argomento in termini ancora più significativi è anche l’ex assessore al Turismo, Salvo Cilona, secondo il quale il numero delle strutture non in regola che operano a Taormina avrebbe raggiunto proporzioni pesantissime: “Bisogna andare a colpire chi è “fasullo” – ha detto Cilona -. Nell’agosto 2019 ho protocollato una lista di 350 “invisibili” e oggi sono 500. Non sono più 350. Non riusciamo a recuperare, in presenza di tutti questi “invisibili”, l’imposta di soggiorno e si tratterebbe di 180-200 mila euro in più di gettito che potrebbero, invece, entrare nelle casse del Comune di Taormina“.

Dunque a Taormina ci sarebbero ad oggi 500 “invisibili” e c’è da auspicare che anche questa situazione possa trovare un punto di svolta e che vi sia la massima collaborazione con le autorità preposte, che già a suo tempo hanno portato avanti su altri fronti analoghi un lavoro importante, con l’ineccepibile e scrupolosa indagine allora svolta dalla Guardia di Finanza, che dopo l’acquisizione dei registri di Palazzo dei Giurati permise di individuare le attività ricettive (alberghiere ed extralberghiere) che non pagavano l’imposta di soggiorno in questa città. Che poi, adesso, nelle aule di tribunale siano arrivate le assoluzioni è tutta un’altra storia, bisogna prenderne atto ed è un fatto che – lo si è detto – è scaturito dagli effetti di una norma intervenuta in seguito (nel 2020) nel periodo del governo Conte.

La questione degli invisibili dell’extralberghiero è ancora più spinosa e presto o tardi c’è da sperare che questa fitta rete di invisibili venga a galla.

Nella capitale del turismo siamo arrivati al punto di ritorno e la situazione non si presta ad interpretazioni: c’è troppa gente che si lamenta sempre, sulla qualsiasi, e distoglie l’attenzione dal giardino di casa propria. Si dispensano lezioni di verginità senza curarsi delle indecenti furbate che in realtà chi contesta ha sulla sua stessa coscienza.

Troppe persone se ne infischiano delle regole e delle normativi vigenti, approfittando dei problemi e delle mancanze del Comune di Taormina, si sono messi il principio di correttezza e legalità in tasca, per navigare a briglie sciolte e sguazzare senza patente nelle acque dell’economia locale: con il vessillo dell’abusivismo e di una spocchia feudale che va stoppata con tutti gli strumenti che la legge consente.

Il motivetto lo ripetiamo ai naviganti: se vogliamo rilanciare Taormina, nell’interesse legittimo di tutta la comunità, è arrivato il momento di ricondurre la mandria paesana dei “furboni” e degli “scrocconi” al pascolo del vivere civile, dentro il recinto non più eludibile del rispetto dei propri doveri.

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