A Taormina “Napoleone” De Luca sfida le lobby. Ma “fan*ulo” a tutte o con eccezioni?

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“Fan*ulo alle lobby del trasporto pubblico locale”. E’ il monito lanciato ieri sera in un post da Cateno “Napoleone” De Luca sulla vicenda del trasporto pubblico, riguardante la relativa circolare della Regione Siciliana al centro di uno scontro finito al Tar a Villafranca e che di sponda interessa anche Taormina.

“…Il prossimo martedì ci sarà un tavolo tecnico con i dirigenti dell’assessorato regionale alle Infrastrutture che hanno concepito la circolare che ha consentito l’accoglimento del ricorso Se non sarà revocata questa circolare occuperò ad oltranza l’assessorato e sarà guerra senza frontiere. Il prossimo bersaglio sarebbe stato il Comune di Taormina…”, tuona De Luca. E poi, di nuovo: “Fan*ulo alle lobby!”. Così il sindaco di Taormina chiude il suo post, con una rafforzativa e arrembante replica del concetto.

Insomma “De Luca sfida le lobby” potrebbe essere un bel titolo, un pò come Vito Ragusa sull’Eco di Trapani esaltava il Commissario Natale Lo Gatto, promettendogli di titolare “Lo Gatto è una belva”. Però poi quel post eroico diventa un paradosso tragicomico e sembra il manifesto impietoso del crollo totale del De Luca dell’ultimo biennio.

Più correttamente si potrebbe dire che De Luca sfida alcune lobby. Alcune. Punto e a capo.

Sul concetto deluchiano di “Taormina bersaglio”, d’altronde, viene in mente, ad esempio, una vicenda dei mesi scorsi, non chiarita, che ad oggi è un “buco nero” dell’attuale stagione politica del Ducato e che soprattutto è un vulnus nella narrazione “napoleonica” del sindaco De Luca, che più volte si è fatto vanto nel tempo di come in sua presenza nessuno avrebbe “pis*iato” in testa alla propria comunità. Peccato che qualcuno lo abbia fatto nell’imperturbabile silenzio degli amministratori locali.

Com’è andata a finire la strana storia delle telecamere di videosorveglianza del Comune e del Ponte Radio della Protezione Civile di Taormina, staccati da qualcuno (“terzi”) e peggio ancora rimasti poi a lungo inattivi? In quella storia – do you remember? – il sindaco aveva evitato di intervenire in Consiglio comunale, lasciando la parola al suo assessore Antonio Lo Monaco, che disse: “Bisogna vedere se c’è qualche ripetitore che è stato staccato, da parte di terzi, non dal Comune”. Avrebbe potuto arrembare anche li, fare blitz e post, e invece il nulla. Un silenzio tombale e totale, insolito perché di fronte a storie del genere De Luca si esalta, sgasa e va all’assalto. Esattamente come sta avvenendo ora sul trasporto pubblico.

Un consigliere comunale (Luca Manuli) poi presentò su quei fatti una richiesta di accesso agli atti ma quella richiesta, a quanto risulta, è rimasta senza risposta. Per dimenticanza, sicuramente, perché al Comune erano impegnati in altre priorità, tra le partecipate, i mastelli, la caccia a “zozzoni” ed “evasori”, etc.

Eppure, se qualcuno – come pare – ha staccato di sua iniziativa degli impianti pubblici (e si parla di sicurezza e tutela della popolazione) si prefigurerebbe, di conseguenza, una situazione che è quella di “interruzione di pubblico servizio”, che in linea teorica in Italia non equivale ad una partita a briscola. Tanto più perché su quei fatti esiste un documento, ovvero il relativo accertamento degli uffici comunali, che cristallizza in termini precisi l’accaduto. Un documento di 50 righe.

E allora il sindaco Cateno “Napoleone” De Luca faccia le sue appassionanti battaglie contro le lobby ma le faccia tutte. Tutte e nei confronti di tutti. Senza distinzioni o eccezioni, quando gli si presentano davanti. Altrimenti poi quando si fanno certe arringhe, l’urlo di battaglia scivola come uno sbadiglio farsesco negli abissi della Fossa delle Marianne.

A proposito: com’è finita con la cesoia Amazon di cui il sindaco De Luca si riteneva (giustamente, per il suo ruolo istituzionale) unico ed esclusivo possessore, e che qualcun altro avrebbe invece usato a Taormina prendendosi beffa proprio del sindaco? I soliti malpensanti raccontano una storia a cui non si può credere. E cioè che De Luca, ad inizio ottobre, in occasione di un piccolo evento di giornalettismo, avrebbe incontrato l’altro utilizzatore della cesoia Amazon. E in quella circostanza, in un vis-à-vis dai toni affabili, De Luca avrebbe abdicato alla rivendicazione di un uso esclusivo della cesoia a Taormina, e tutto sarebbe finito allegramente a tarallucci, anzi in un cocktail di “saliva” (politico-giornalettistica, ovviamente). Quindi la “cesoia” a Taormina sono legittimati tutti a poterla usare esattamente alla pari di De Luca? Così pare. Liberi tutti, libera cesoia. “Fan*ulo alle lobby!”, “Guerra senza frontiere”… Avanti Cateno “Napoleone”. Forza alla banda e coraggio. Ma sempre, non a corrente alternata. Anche con i “pagnottari” e non solo nel trasporto o con i taorminesi “evasori” e zozzoni”.