HomeCulturaA Palazzo Ciampoli la mostra sui frati cappuccini

A Palazzo Ciampoli la mostra sui frati cappuccini

Dal 14 maggio a Taormina sarà possibile visitare la straordinaria mostra “L’arte del Seicento nei conventi cappuccini del Valdemone”. Nella meravigliosa sede di Palazzo Ciampoli sarà esposta una ricca selezione di grandi pale d’altare, tavole e sculture provenienti da remoti conventi di montagna, chiese della provincia di Messina e comuni delle zone di Catania ed Enna. Aree che anticamente perimetravano il Val Demone, uno dei tre valli con cui i geografi arabi ripartirono la Sicilia assecondando le divisioni formate da corsi d’acqua e catene montuose.

Umili testimoni della spiritualità francescana e appassionati divulgatori della parola di Dio, i frati sono stati dalla fine del Cinquecento una presenza costante in Sicilia, radicati in piccole e grandi comunità. Figure carismatiche, i frati cappuccini erano sensibili alla bellezza e all’arte e nell’arco temporale del Seicento hanno arricchito conventi e chiese con pregevolissimi capolavori.

La mostra è organizzata dal Parco Archeologico Naxos Taormina, diretto da Gabriella Tigano, e promossa dalla Provincia dei Frati Minori Cappuccini di Messina e da Intervolùmina, associazione culturale formata da bibliotecari ed archivisti guidata dal presidente Giuseppe Lipari. La responsabilità scientifica del progetto è della Soprintendenza per i Beni Culturali di Messina, diretta da Mirella Vinci, e la curatela è affidata alle storiche dell’arte Stefania Lanuzza, ideatrice dell’esposizione, e Virginia Buda.

“Pur nella sobrietà della vita conventuale e nella semplicità delle pratiche quotidiane – sottolinea l’assessore regionale dei Beni culturali e dell’Identità siciliana, Alberto Samonà – i frati cappuccini non trascurarono l’arte, ma anzi la coltivarono quale espressione della perfezione Divina, consegnandoci opere di assoluta ricchezza che, con questa mostra, potranno essere ammirate da tutti. Palazzo Ciampoli si conferma fulcro di iniziative di ampio respiro, in grado di ricostruire la storia della Sicilia, anche quella meno conosciuta come la produzione artistica seicentesca nei conventi cappuccini”.

Una trentina le opere esposte, fra queste anche la pala d’altare “Madonna degli angeli e santi francescani”, realizzata nel 1722 dal pittore fiammingo Guglielmo Borremans e restituita al pubblico dopo un lungo restauro.

BORREMANS, restauratore al lavoro sul dipinto del convento di Pettineo

“In un arco temporale che va dalla fine del ‘500 sino ai primi decenni del ‘700 – spiega la curatrice e storica dell’arte Stefania Lanuzza – sono state selezionate quelle opere che documentano i mutamenti epocali, gli orientamenti stilistici e la varietà degli idiomi parlati dagli artisti apprezzati nel viceregno spagnolo. Un itinerario trasversale che affronta i contenuti religiosi trascorrendo dal rigore delle canoniche composizioni controriformate all’efficacia narrativa dei testi d’intonazione caravaggesca, per approdare alle ariose atmosfere della pittura barocca senza tralasciare le diverse declinazioni dei temi messe in atto dai pittori stranieri attivi nell’isola e da quelli autoctoni. In tal modo si offrirà uno spaccato della cultura artistica seicentesca penetrata nei cenobi cappuccini attraverso il confronto tra le preziose pale d’altare eseguite da figure di spicco del panorama pittorico nazionale (Scipione Pulzone, Durante Alberti, Mathias Stomer, Giovanni Lanfranco) e la produzione di alcuni artisti cappuccini formatisi presso rinomate botteghe messinesi”.

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