HomeTN24TVIncubo Cina, Covid atto secondo: il mondo corre ai ripari

Incubo Cina, Covid atto secondo: il mondo corre ai ripari

L’Europa corre ai ripari sulla nuova ondata Covid in Cina, che minaccia di colpire ancora una volta il Vecchio Continente e tutto il mondo. A Bruxelles, la Commissione europea ha convocato una riunione del Comitato per la Sicurezza Sanitaria per “discutere possibili misure per un approccio coordinato” degli Stati dell’Ue di fronte all’apertura della Cina ai viaggi all’estero per i suoi cittadini.

Dopo l’improvvisa fine della politica “ZeroCovid”, che ha portato a un’ondata-record di contagi in Cina, nel mondo c’è preoccupazione per la possibilità di diffusione dal Paese asiatico di nuove varianti del virus, come la temuta XBB, detta “Gryphon”, probabilmente all’origine dell’impennata di casi in Cina (un milione di nuovi contagiati ogni giorno).

In Italia (dove la vicenda è finita su tutte le prime pagine dei quotidiani), il governo-Meloni ha già deciso, da ieri, di imporre tamponi obbligatori a tutti i viaggiatori provenienti dalla Cina. Un provvedimento già preso anche da Giappone, Stati Uniti, India, Taiwan e Malesia. Provvedimento che, in realtà, può essere “aggirato” dai viaggiatori provenienti dalla Cina, ma con uno scalo in un altro aeroporto dell’area-Schengen.

“Ci siamo mossi immediatamente in coerenza con quello che avevamo chiesto di fare in passato. Ma una decisione non è completamente efficace se non è presa a livello europeo. Il modello di privazione delle libertà che abbiamo conosciuto in passato non mi è parso così efficace e penso che lo dimostri il caso cinese”, ha detto il premier italiano Giorgia Meloni. Come ormai è noto, nei controlli fatti sui voli di Santo Stefano, all’aeroporto di Malpensa, ad esempio, un viaggiatore proveniente dalla Cina su due è risultato positivo.

Mentre il presidente francese Emmanuel Macron, per ora, non interviene, ma – dichiara – segue con attenzione “l’evoluzione della situazione in Cina”, l’obiettivo della Commissione europea è quello di impedire che alcuni Stati membri agiscano autonomamente, adottando restrizioni alle loro frontiere senza un accordo comune, come accadde all’inizio della pandemia, a marzo 2020.

Fonte: Euronews

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