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Mario Dell’Oglio a TN24: “Esperienza e identità, così si difende Taormina dall’overtourism” (VIDEO)

TAORMINA – “Taormina ha bisogno di un turismo che custodisca l’anima della città, le troppe presenze in centro storico rischiano invece di compromettere la qualità dell’esperienza per il turista”. Il monito arriva da Mario Dell’Oglio, l’imprenditore palermitano, “signore” del lusso made in Italy, che a Taormina ormai è di “casa” con le sue incantevoli boutique in Corso Umberto. Dell’Oglio, in una intervista esclusiva a TN24, evidenzia la necessità di difendere la bellezza di Taormina e contrastare l’overtourism.

“Taormina è un’opera d’arte, ma senza l’equilibrio e la vivibilità si perde la magia”, avverte Dell’Oglio, che sottolinea in particolare l’importanza di puntare sull’esperienza come elemento determinante per la vacanza di chi raggiunge la Perla dello Ionio da ogni parte del mondo. In tal senso l’assalto “mordi e fuggi” e i vari momenti in cui Taormina diventa invivibile perché c’è troppa gente per le strade, rischia di rappresentare un boomerang per la qualità della vita del turista e del residente. Ma soprattutto si rischia di consegnare un ricordo negativo al turista e a quello che sarà poi il suo racconto della visita in città.

IL FUTURO E’ ADESSO”. “Abbiamo visto i dati sul turismo che raccontano un trend in calo in diverse destinazioni italiane – spiega Dell’Oglio -. Taormina si è mantenuta invece sugli standard del 2024 e ha mantenuto la sua posizione. Ora il punto fondamentale è quello della necessità di guardare al futuro e questo riguarda non soltanto gli imprenditori ma anche i cittadini. I residenti hanno un interesse di vita ma anche economico, hanno una casa di proprietà, hanno fatto degli investimenti. E poi ci siamo noi investitori. Va fatta una riflessione strategica”.

L’ESPERIENZA. Preoccupa quel che sta accadendo a Capri e Portofino che sono destinazioni simili a Taormina, con delle analogie a questo territorio e dove c’è stato un calo significativo e si sono posti il problema di comprendere come ripartire. Taormina è un’opera d’arte a cielo aperto, lo è molto di più di tante altre mete, come la stessa Capri. Ma questo non basta. Al turista dobbiamo consegnare un’esperienza, ed è la cosa che poi porta nel mondo il ricordo di questo territorio e cosa ha emozionato la gente. L’esperienza deve essere positiva, e se non si consegna qualcosa che sia coerente con le aspettative ed il racconto fatto da altri, poi si rischia un ritorno negativo”.

“ELEMENTI NON REPLICABILI”. “Da piccolo ricordo che venivo qui a Taormina ed in Corso Umberto si poteva passeggiare con tranquillità ed è la prima esperienza di Taormina. Poi viene tutto il resto. Ci sono i vari momenti, come il rituale del caffè, l’aperitivo, la cena e dove si alloggia e quindi il punto di vista dell’ospitalità. Dobbiamo capire come si può garantire un’esperienza ottimale. Tutti dobbiamo fare la nostra parte affinché si possa consegnare l’unicità di questa esperienza al turista. Le parti devono condividere i vari aspetti che compongono l’esperienza, attraverso un tavolo di attori che vada dall’Amministrazione ai vari ristoratori, l’hospitality, la cultura e altri segmenti come ad esempio quelli del divertimento. Servono elementi autoctoni, non replicabili, che si possono trovare a Taormina e non altrove”.

L’ANALISI DEI FLUSSI. “L’overtourism è una grande minaccia, ed è stato così a Capri, Portofino ma anche Amsterdam e Barcellona. Dobbiamo far sì che si possano sfruttare i flussi turistici senza snaturare il luogo e le persone e il posto. Bisognerebbe dotarsi di una serie di dati, come quello degli ingressi, il contapersone cioè, in Corso Umberto, per sapere quante persone entrano nella strada principale della città. Lo stesso vale per i parcheggi, i bus, etc. Il godimento della passeggiata è un elemento fondamentale affinché Taormina possa offrire un’esperienza magica. Oltre un certo numero si rischia di non garantire più la qualità della passeggiata, non si può camminare e non si vede quel che c’è, ci si infastidisce e si tende ad andare via. Se qualcuno vedrà una Taormina dove non si può neanche fare una passeggiata e poi magari decide di andare via, si avrà un danno alla destinazione che non può mostrare al turista la sua offerta, la sua bellezza e le sue attività”.

OLTRE WHITE LOTUS. “Non ci si può cullare sugli allori perché c’è stato il successo di “White Lotus”. Gli americani sono i primi che valutano l’esperienza e possono fare delle recensioni negative dell’esperienza. Le grandi strutture alberghiere forniscono un’esperienza a 360 gradi al proprio cliente, che arriva lì e ha tutto dentro l’hotel, quindi in quel settore non c’è l’interesse particolare su questa problematica. Ma ci sono anche altre strutture ricettive che si basano sul desiderio del cliente di andare sul Corso, fare lì un aperitivo e godere di un bar dove si fanno le specialità siciliane. Ecco perché è importante l’impegno di tutti per difendere l’esperienza e la qualità dell’offerta in questo territorio. I marchi internazionali da un lato portano dei vantaggi perché sono anche loro degli elementi di attrattività ma è anche vero che il turista non li riconosce come legati al territorio e non replicabili. Alcuni top brand potrebbero fare di Taormina un hub aeroportuale, con tutti i negozi uguali ma poi zero identità ed è l’opposto di ciò a cui dobbiamo ambire. L’identità di Taormina va coltivata come una pianta che deve crescere sempre più rigogliosa”. GUARDA LA VIDEO-INTERVISTA A MARIO DELL’OGLIO.

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