La presenza del presidente del Senato, Ignazio La Russa, nei giorni scorsi all’adunata politica di Etna Forum è il segnale che la lunga volata verso le Regionali 2027 nel centrodestra in Sicilia è iniziata. C’è ancora tempo per delineare lo scenario, evidentemente, ma la “guerra” di posizione è già ai nastri di partenza. C’è chi sostiene la riconferma di Renato Schifani per la presidenza della Regione, c’è chi ha altre idee e vorrebbe cambiare il nome del primo inquilino di Palazzo d’Orleans. E c’è soprattutto chi, come Ignazio La Russa, ha preso atto che difficilmente potrà avverarsi l’obiettivo della prima ora di portare alla presidenza stavolta un esponente di Fratelli d’Italia.
Il nome in rampa di lancio c’era e si aspettava soltanto il momento buono per far partire lo scatto finale del golden boy del partito meloniano e della politica siciliana. Gaetano Galvagno aveva molte chance di giocarsi la sfida per la presidenza e il primo a lavorare in questa direzione sarebbe stato con molta probabilità La Russa, suo mentore politico, ma la nomination del giovane politico paternese è ormai crollata per via delle vicissitudini giudiziarie che lo stanno investendo. Poi, ovviamente, si vedrà come andrà a finire la storia e saranno altre le sedi che stabiliranno la verità dei fatti e se ci sono state delle responsabilità o delle eventuali condotte non idonee, ma nel frattempo la chance di candidatura per l’attuale presidente dell’Arse se n’è andata e si è infranta sullo scoglio del caos di questi tempi.
La candidatura alla presidenza della Regione tra le fila del centrodestra toccherà a Forza Italia, perché questo raccontano i numeri nei rapporti di forza tra i partiti di coalizione e anche perché Fratelli d’Italia non avrà modo di opporre alternative a questo scenario.
E allora, se non ci potrà andare un esponente di Fdi a Palazzo d’Orleans, tanto vale sostenere di nuovo e con forza il “piano B”. Ed ecco che La Russa tiene la posizione e difende l’assetto politico che lui stesso ha voluto confezionare nell’estate del 2022, quando era saltata la ricandidatura di Nello Musumeci e si decise di puntare su un altro nome per la presidenza, stavolta non un esponente dell’area meloniana ma di Forza Italia. Serviva però il gradimento di Fratelli d’Italia e di La Russa in primis e uno dopo l’altro vennero bocciati alcuni nomi del partito azzurro, mentre alla fine arrivò il placet alla candidatura di Renato Schifani. E allora La Russa ha dato il segnale che a lui sta bene la prospettiva dello Schifani bis ed è un asse che può proseguire, anche perché Schifani, indubbiamente, sino a questo momento è riuscito a tenere bene i rapporti con Fratelli d’Italia e ha concesso ampi spazi politici al partito di Giorgia Meloni.
Ora sulla strada della riconferma del governatore in carica, al netto delle imprevedibili riflessioni dei big siciliani Raffaele Lombardo e Totò Cuffaro, c’è da superare la posizione di una parte di Forza Italia, che vorrebbe rimescolare le carte e aprire un altro capitolo, e c’è da verificare anche il malumore della Lega, dove si racconta negli ambienti romani che Matteo Salvini non abbia affatto gradito la contestazione della nomina di Annalisa Tardino all’Autorità di Sistema portuale del Mare di Sicilia Occidentale.