Ancora paura in Campania, per una nuova scossa di terremoto registratasi oggi, sabato 15 marzo, alle ore 13.33 in tutta Napoli e soprattutto nell’area dei Campi Flegrei, da tempo ormai flagellata da eventi tellurici di tipo bradisismico. Scene impressionanti, con la gente che si raduna in strada, piange e si chiede se dovrà lasciare le proprie abitazioni. Già 184 persone sono state allontanate dalle loro abitazioni. I residenti nella zona puteolana hanno testimoniato di aver sentito un forte boato e che la scossa è stata “molto lunga”. La magnitudo del sisma è stata di 3.9, l’epicentro nei pressi del Rione Solfatara a Pozzuoli, ad una profondità di 3 km.
Qualcosa sta accadendo, perché ieri sera, venerdì 14 marzo, due scosse di terremoto, forti e intense, a poco meno di un’ora di distanza si sono verificate nel Sud dell’Italia. A tremare è stata sempre la Campania ma anche la Puglia. Le scosse si sono verificate nei Campi Flegrei, dove la gente è scesa in strada e le persone avevano già trascorso la notte precedente in strada.
L’area flegrea è interessata dall’acutizzarsi del fenomeno del bradisismo, che comporta il sollevamento del suolo. Qui gli sciami sismici vanno avanti senza tregua e stanno mettendo a dura prova la popolazione, l’attenzione è altissima e il governo ha dichiarato lo stato di mobilitazione. La scossa di magnitudo 3.5 delle ore 19.44 di venerdì è stata avvertita in maniera nitida in tutti i quartieri di Napoli ed è la seconda più forte dopo quella di magnitudo 4.4 a sua volta registrata nella notte tra mercoledì e giovedì.
Ha tremato anche la Puglia, con una scossa di terremoto di magnitudo 4.6 registrata, alle ore 20.37 di ieri al largo della Costa Garganica, con evento localizzato ad una profondità di 1 chilometro, tra la Puglia e le isole Tremiti. La scossa è stata avvertita anche in Molise e Abruzzo. Sono state in totale 7 le scosse di terremoto in Puglia in appena 33 minuti, tra le 20.37 e le 21.10.
Non risultano danni a cose e persone ma stiamo parlando di tutto il Sud Italia, a due passi da qui e non localizzati sulla Luna. E’ chiaro che bisogna tenere alta l’attenzione. Il 13 marzo un terremoto di magnitudo 3.4 è stato registrato alle 21.23 dalla Sala sismica dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia di Roma nella zona Stretto di Messina, con epicentro individuato in mare davanti a Pellaro, quartiere sud di Reggio Calabria, a 14 chilometri di profondità.
Non sappiamo se ci sia qualche correlazione tra queste sequenza di eventi e speriamo vivamente di no, e che tutto si possa fermare a queste scosse, rientrando nell’alveo della normalità. Ma ricordiamo che di recente anche la Sicilia è stata interessata da qualche scossa. In particolare una forte scossa di terremoto, di magnitudo 4.8-5.0, registratasi alle 16:19 del 7 febbraio scorso nel nord dell’isola, con particolare intensità a Messina. L’epicentro fu nel mar Tirreno, nella zona delle isole Eolie. Quella scossa venne avvertita nella Città di Messina e lungo tutta la costa tirrenica della Sicilia, fino a Palermo, e anche a Catania e in diverse aree della Calabria. Ma anche nella zona ionica, compresa Taormina.
Già, proprio Taormina. Mentre al Sud la terra trema, a Taormina il ponte radio per le comunicazioni della Protezione Civile è (stato) spento dal 2 febbraio scorso. E ad oggi non risulta essere funzionante.
Si interverrà per il ripristino: ma con calma. Dopo oltre 40 giorni e non per colpa della Protezione Civile, sinora impossibilitata a riattivare l’impianto. Per l’Amministrazione di Taormina non è una priorità il funzionamento immediato di un ponte radio che serve per le attività di Protezione Civile e per proteggere la popolazione, fondamentale non solo nei casi di emergenze da allerta meteo ma anche per proteggere la popolazione nel caso in cui (speriamo mai) si debba affrontare una calamità naturale. Come un terremoto.
Da 40 giorni gli amministratori del Comune di Taormina “giochicchiano” sul ponte radio della Protezione Civile. Come d’altronde anche sulla videosorveglianza. Facce imbarazzate, consegna del silenzio, “X Factor” che subentrano nelle dinamiche locali, una cesoia che entra in azione su apparecchiature sensibili. Boh. Non si sa, sono stati “terzi”, “ci hanno comunicato 24 ore fa” che… Si vedrà, si verificherà, e intanto c’è stata addirittura una “trattativa”, per il tramite di “quarti”, per il ripristino degli impianti “a condizione che”. Con il Comune che alla fine ha deciso di accettare le comodità altrui e di cui nelle prossime ore vi daremo tutti i dettagli su TN24.
A Taormina un’interruzione di pubblico servizio, insomma, è contorno, un fastidio e non un episodio grave. L’Amministrazione non si è affrettata a risolvere subito il caso e ha demandato agli uffici il compito di “trattare” la possibilità di effettuare la manutenzione degli impianti spenti da “terzi”.
Si “giochicchia” sulla pelle dei cittadini di Taormina, 40 giorni per venire a capo (parzialmente) di un giallo che in realtà non ha nemmeno una virgola di giallo.
Il Comune di Taormina ha scelto la linea che Nino Frassica un tempo, in un noto film, definiva quella dei “Finti tonni”. Si è fatto finta di non comprendere che quando c’è da tutelare la vita della popolazione non si può scherzare, non si può tergiversare e non esiste alcun “X Factor”. Il ponte radio andava riattivato all’indomani, non dopo un mese e mezzo. Le regole le dettano la pubblica sicurezza e la tutela dei cittadini. Il resto conta zero. Non si può scappare dai doveri di salvaguardia della collettività e non si può sgusciare via dalle responsabilità dell’accaduto: vale per chi ha staccato gli impianti e non ha consentito un ripristino immediato, ma vale per chi sinora ha fatto finta di niente e da 40 giorni a questa parte ha interpretato la vicenda in modalità “tu scendi dalle stelle”. Quello che si sta verificando nei Campi Flegrei e la grande paura delle persone nel Napoletano, a cui va la nostra piena e fraterna solidarietà, devono fare riflettere. E’ un monito che soprattutto deve insegnare una cosa a chi non ha capito o fa finta di non capire: con la vita della gente non si può giocare. Non è permesso a nessuno.