TAORMINA – Cateno De Luca torna sul “caso La Vardera” con una diretta social domenicale dalla sua campagna di Fiumedinisi, ribadisce i concetti politici espressi nella conferenza stampa di ieri a Messina ma soprattutto spalanca le porte al sempre più probabile addio al partito del parlamentare palermitano a Sud chiama Nord. Il sindaco di Taormina recapita una lunga serie di nuove bordate “all’amico e collega” La Vardera. Così il chiarimento con lo sfondo bucolico assume il profumo di un addio e sembra l’anticamera di un benservito in salsa fiumedinisana.
“Strada facendo – ha detto De Luca – è venuto fuori che c’è chi mostra un ego smisurato e seppure eletto in Sud chiama Nord, abbiamo visto che è scomparso il vessillo di ScN e c’è soltanto la propria persona. E che ca**o rappresenta? Chi è Dio in terra? Io ci stavo perdendo la vita. Ho fatto sacrifici e ho investito 2 milioni di euro per il progetto. E questi che hanno un ego smisurato se ne sbattono? Io sono libero, non sono condizionabile e nemmeno ricattabile e non ho timore di dire la verità in faccia. Il palazzo ubriaca e la sedia crea effetti collaterali”.
“Non sono più disponibile ad andare da solo/i. Perché andare da soli significa che ci devo mettere i soldi, io ci perdo la salute e poi, all’interno, alcuni pensano a coltivare la propria persona e la loro immagine e magari la vogliono pagata pure dal partito. Farsi belli sul mio sangue e sui miei sacrifici è una cosa finita. Non sosterrò più la linea di andare da soli, per fare 8 deputati e andare lì ben pagati. Non mi interessa. Quindi, primo punto, basta da soli”.
“Noi siamo post-ideologici, non abbiamo mai posti paletti, non abbiamo mai detto, con questi no, e con gli altri punti interrogativo. Nessuno, al nostro interno, può permettersi di dire o con la sinistra no o con la destra no. Abbiamo visto la reazione scomposta del collega La Vardera, che preso dall’ansia di prestazione non ha visto la diretta e, chiamato da qualche cronista, ha sparato. Ha fatto un comunicato che ci ha lasciato tutti basiti ma lui è un deputato come tutti gli altri. Era stato individuato da me come fondatore, si è voluto dimettere e non ho capito perché, ma se ognuno va per i fatti suoi e si fa le sue partitelle di quartiere in base alla coltivazione della propria immagine, allora si faccia un partito per i ca**i suoi. Spero che non sia questo il caso.
“Io ho detto che non ci sono tabù. Io sono pronto a fare il numero due o nel centrosinistra o nel centrodestra, ma per vincere e amministrare. La gente non vuole chiacchiere, ci chiede di incidere, non vuole divisioni sulla scorta delle ideologie. Sono anche disponibile a dare una spallata e togliere i padroni della politica dal centrodestra e farlo rinnovare. E’ un abiura? Per me no. Il tema ideologico non mi appartiene e non appartiene neanche a Sud chiama Nord. L’ho detto e lo ribadisco. Abbiamo dato mandato al nostro parlamentare nazionale Francesco Gallo e a Laura di Castelli di far uscire Sud chiama Nord dall’isolamento politico nazionale. Senza preconcetti, sia verso la destra sia verso la sinistra. All’amico La Vardera dico che dobbiamo smetterla di alzarci la mattina e decidere: ma decidere cosa? Ho il diritto da segretario confederale a dire la mia? O no? La Vardera ha fatto la sua esternazione non capendo i dettagli della vicenda. Entro dicembre 2025 si deciderà la linea ma dovranno votare i soci, noi tutti. Poi se la sindrome di prendere il pallone, perché si è persa la partita e lo si porta via prevale, è un’altra storia”.
Quindi l’affondo finale di De Luca: “Non c’è scritto nel nostro statuto che siamo alternativi alla destra. Il nostro statuto è chiaro e lo era già quando Ismaele La Vardera si è candidato con noi ed è stato eletto, sostenuto da tutti i punti di vista e anche economicamente da noi. Oggi nessuno può mettere paletti. Dobbiamo essere persone serie, poi se ci sono insoddisfazioni o insofferenze o cerchiamo alibi, è sempre un’altra storia. Io le cose le dico alla luce del sole, in modo che non ci siano fraintendimenti. Nulla di personale con il collega La Vardera e lo invito ad occuparsi del partito e fare comitati, e soprattutto a comunicare con il simbolo Sud chiama Nord. Non c’è scruscio, non c’è il partito De Luca o il partito La Vardera: c’è Sud chiama Nord. Vale per te e vale per tutti. Se ci vergogniamo di andare nelle trasmissioni e di farci denominare parlamentari di Sud chiama Nord, o di mettere il simboletto di Sud chiama Nord, allora si è scorretti verso la famiglia politica in cui ognuno è stato eletto. Se prevale l’ego personale sulla visione della collettività politica, invece ognuno si darà martellate nei co**ioni. Cerchiamo di essere persone serie. Io sono limpido, eccessivamente limpido, ma preferisco essere così che dover trovare alibi per inventarmi una sciarra, una lite e una fuoriuscita”.
De Luca chiude la sua diretta social augurando “gioia e libertà a tutti” e a qualcuno in particolare. E’ il “saluto” politico di Scateno a La Vardera? I prossimi giorni diranno se la frattura si ricomporrà o se anche l’esperienza dell’ex iena in Sud chiama Nord è arrivata ai titoli di coda. L’impressione è che non ci sia molto da capire o decodificare nelle parole del sindaco di Taormina. “L’esercito di liberazione” è pronto a (ri)partire: la prossima destinazione (a meno di ripensamenti a sinistra) stavolta è a destra, La Vardera non gradisce e ha dei piani che vanno in direzione opposta per il suo futuro politico. Musica maestro.