TAORMINA – Se Sparta piange Atene non ride. Si potrebbe sintetizzare così, tanto per cambiare, la situazione della politica a Taormina nel sole rovente di quest’altra estate. L’Amministrazione fa i conti con le sue difficoltà croniche, ora impera la polemica sul caso Utc e c’è soprattutto l’eterna questione del sindaco che sembra già proiettato verso altri palcoscenici, ma dall’altra parte l’alternativa all’attuale esecutivo sembra essere una buona intenzione e niente di più.
La sintesi impietosa ma oggettiva è quella di un’opposizione che era e rimane divisa in non si sa bene quante anime. C’è il Pd che rimane legato (sullo sfondo ma non troppo) alla leadership di Mario Bolognari, poi qualcuno vorrebbe lanciare in orbita la candidatura del giovane segretario Filippo Patanè e qualcun altro ha ulteriori idee. C’è Forza Taormina, con l’ex vicesindaco Salvo Cilona che ha lanciato la sfida e sta cercando di imbastire la sua controffensiva rispetto alla maggioranza attuale. C’è il gruppo di Mario D’Agostino e dell’ex presidente del Consiglio, Lucia Gaberscek. C’è il gruppo di Nunzio Corvaia, che in Consiglio comunale tuona e arremba ma predica nel deserto. Non c’è per adesso, ma tornerà ad esserci poi Antonio D’Aveni, oggi distante e concentrato sui suoi impegni professionali ma che poi al momento della battaglia sarà parte integrante della contesa. E ci sono anche diverse altre componenti locali in questo alveo politico, senza dimenticare che all’opposizione di questa Amministrazione ha scelto di stare anche Progetto Ricostruzione Taormina, gruppo di giovani che stanno cercando di portare il vento della novità e fanno riferimento al consigliere comunale Luca Manuli, che com’è noto ha salutato la maggioranza deluchiana.
Tanto fermento e altrettante anime con una enorme difficoltà a fare sintesi o immaginare di fare un blocco unico. Parecchi auto-candidati a sindaco e una infinita di generali senza esercito con poca voglia di stare insieme e costruire qualcosa di alternativo. Il collante sarà il “tutti insieme appassionatamente contro De Luca”? O magari le solite stornellate paesane del “riprendiamoci Taormina” per una restaurazione travestita da rivoluzione? Non è difficile prevedere una infinità di riunioni in cui si disquisirà sul Sacro Graal della verginità politica che a Taormina è sempre stato un modo per fare il bello e cattivo tempo. E poi c’è chi vorrebbe un’opposizione dura, durissima, e chi la gradirebbe più pacata, chi la pretende urlata e chi la desidera senza eccessi. Chi la vuole cotta e chi la sogna cruda, chi ci sta e chi non ci sta, chi si affaccerà alla finestra e chi magari poi altrove busserà.
Bisognerebbe pensare sul serio cosa si vuol fare di Taormina, senza i soliti piccoli antagonismi che non portano da nessuna parte ma questa non sembra una priorità e vale per l’intera classe politica locale. Alzare l’asticella delle riflessioni collettive, assai prima di quelle delle (legittime) ambizioni personali.
In definitiva, tra le maglie più o meno agguerrite degli oppositori, già si pongono dei crocevia e a maggior ragione più avanti si materializzeranno una serie di temi ineludibili che sin qui rimangono una polizza fideiussoria nella cassaforte dei destini della maggioranza in carica: chi saprà andare oltre la stagione dell'”Io ce l’ho più lungo e tu più corto”? Chi riuscirà ad esprimere un’idea moderna di Taormina in grado di sradicare l’erba del paesanismo retrogrado, pervaso di veleni e rancori, del “fatto personale”, per provare ad immaginare una ragionata visione futuribile d’insieme di questa città? Alla fine prevarranno quelli che si ostineranno a fare un passo avanti per vana gloria tricolore o piuttosto quelli che vorranno farne due indietro per mettersi a disposizione della comunità? Ma soprattutto esiste qualcuno in grado di suonare la sveglia e rivendicare una leadership condivisibile e gradita a tutti, in grado di mettere insieme le 5,10, 15 anime dell’attuale minoranza taorminese? Il dubbio odierno fa rima con la quasi certezza di un No. Le risposte faranno la differenza e potrebbero non bastare. Con tutti gli annessi e connessi del caso.