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L’Ue punta a difendere i suoi mari

Nello European Maritime Day a Brest, la Commissione presenta una strategia per la salvaguardia dei suoi spazi marittimi: più cooperazione fra gli Stati e controlli per evitare attacchi alle infrastrutture

La Commissione europea vorrebbe intensificare le esercitazioni navali nell’Unione, coinvolgendo unità militari e civili, per via delle crescenti minacce alle infrastrutture critiche nel settore marittimo come i parchi eolici offshore, le condutture e i cavi di comunicazione sottomarini. L’esempio più lampante è il sabotaggio del gasdotto Nord Stream avvenuto nel settembre 2022, sulla cui origine rimangono ancora dubbi.Più recentemente, diversi Stati dell’Unione hanno rilevato sospetti atti di spionaggio da parte di navi russe nel Mare del Nord.

L’argomento è all’ordine del giorno nell’Unione europea e se n’è ovviamente parlato anche nella giornata d’apertura dello European Maritime Day, l’evento annuale che riunisce la comunità marittima continenatale e che nel 2023 si svolge a Brest, nella Francia nord-occidentale.

Il commissario all’Ambiente, agli Oceani e alla Pesca Virginijus Sinkevičius ha spiegato che se ne occuperà con la Strategia per la salvaguardia dello spazio marittimo. “I rischi sono reali perché abbiamo visto cosa è successo con il Nord Stream, per cui le indagini sono ancora in corso e offrono sempre più dettagli. Dobbiamo essere realistici per l’attuale situazione geopolitica in cui ci troviamo. Dobbiamo prendere tutte le misure possibili e per questo motivo nella nostra strategia marittima aggiornata dell’Ue abbiamo incluso una parte molto importante sulla protezione e sul monitoraggio delle nostre infrastrutture chiave, che svolgono un ruolo decisivo per l’indipendenza e l’autonomia strategica dell’Ue”.

Anche l’Agenzia europea per la sicurezza marittima (Emsa), con sede a Lisbona, si prepara a coordinare e assistere gli Stati membri per aumentare la vigilanza in mare.
Nel gennaio 2024 sarà lanciata una piattaforma digitale apposita: il Common Information Sharing Environment (Cise), con il compito di migliorare la cooperazione tra gli Stati. “Possiamo usare il Cise come piattaforma per scambiarci informazioni, anche per le situazioni di allarme. In questo modo si creerà un collegamento unico tra tutte le autorità europee che lavorano nella sorveglianza marittima”, spiega a Euronews Leendert Bal, capo dipartimento per la sicurezza, la protezione e la sorveglianza dell’Emsa.

I cyberattacchi e le minacce ibride sono i rischi principali in uno spazio sempre più cruciale per l’economia e la sovranità dell’Unione europea: insieme, i 27 Paesi dell’Ue gestiscono la più grande zona economica esclusiva marittima del mondo, e mentre finora si sono occupati principalmente di traffici e inquinamento, adesso dovranno cooperare e investire di più. Prevenire attacchi a infrastrutture cruciali in mare, è fondamentale per la vita di milioni di persone sulla terraferma.

Fonte: Euronews Italia

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