HomeEuronewsTruffe di guerra sugli alimenti: olio di girasole aumentato del 43%

Truffe di guerra sugli alimenti: olio di girasole aumentato del 43%

Sugli scaffali europei comincia a mancare l’olio di girasole, importato dall’Ucraina. Quello che arriva spesso non è certificato e ovviamente c’è di mezzo la guerra in Ucraina.

Con lo stop all’export ucraino, anche le scorte di olio di girasole – fondamentale per l’industria alimentare, la ristorazione e per il settore oleochimico – stanno terminando. Ed il comparto rischia di andare incontro alle solite truffe dei furbacchioni – anzi dei furfanti -pronti a speculare sul conflitto scatenato dalla Russia. E già si palesano i primi aumenti, addirittura stimati attorno al 43%.

“Vediamo che il mercato è ora pieno di oli senza certificazione. La qualità non soddisfa gli standard europei. Lo troviamo molto preoccupante perché non sappiamo come questo olio è stato miscelato, che tipo di additivi e ingredienti ci sono dentro”, ha spiegato ad Euronews Aziz Odilov, proprietario di Bestolie e uno dei maggiori importatori nei Paesi Bassi, ma i suo fornitori non riescono a far uscire l’olio dall’Ucraina. Quello che arriva spesso non è certificato.

I camionisti ucraini hanno impiegato sei giorni per trasportare il loro carico di olio di girasole dall’Ucraina ai Paesi Bassi. Sono rimasti bloccati al confine polacco per tre giorni. Ogni camion contiene 25.000 litri di olio di girasole. Sembra molto, ma non è neanche lontanamente sufficiente per colmare le carenze nei supermercati.

L’aumento del prezzo dei prodotti alimentari – come sottolineato da Il Fatto Alimentare.it – è un fatto ormai appurato nel mercato. Questa situazione che si sta delineando sugli scaffali italiani è figlia di molteplici componenti, tra le quali la crisi economica generata dalla pandemia e la difficoltà nel reperimento di alcune materie prime dovute ad eventi climatici particolari e raccolti non soddisfacenti. Il tutto ulteriormente aggravato dal conflitto in Ucraina, che impatta negativamente sul prezzo dei prodotti di prima necessità nei supermercati.

Su questa situazione, Altroconsumo ha realizzato un’indagine, analizzando i prezzi a scaffale di 10 tipologie di prodotti alimentari. Attraverso la rilevazione prezzi fornita da IRI, l’associazione dei consumatori ha monitorato i prezzi, praticati nel mese di marzo da ipermercati, supermercati e discount, di 8 categorie di prodotti alimentari (olio di semi di girasole, farina 00, pasta, olio extravergine, zucchero, caffè, latte e passata di pomodoro) e di 2 prodotti del settore ortofrutticolo (zucchine e banane), confrontandoli con quelli del mese scorso e degli scorsi anni.

Dall’inchiesta è emerso che uno dei prodotti a subire maggiormente le conseguenze del conflitto è l’olio di semi di girasole, il cui prezzo è aumentato, tra febbraio e marzo 2022 del 15% La Russia esporta a livello globale circa il 15% dei semi di girasole e il 19% dell’olio greggio di girasole. L’Ucraina è responsabile del 50% delle esportazioni di semi di girasole e del 47% dell’olio (fonte: Ismea).

Tuttavia, la crescita dei prezzi al dettaglio per questo prodotto era presente anche prima dell’inizio della guerra: per tutto il 2021, infatti, i prezzi medi dell’olio di girasole sono stati più alti rispetto all’anno precedente e tra dicembre 2021 e dicembre 2020 il prezzo dell’olio di girasole era già aumentato del 28%. Quindi, sommando l’aumento del 15% del periodo febbraio-marzo 2022 siamo ad un 43% di aumento che equivale ad una stangata inaccettabile a danno dei consumatori.

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