HomePoliticaTaormina capitale del turismo nel Sud Italia. Dove sarebbe la città se...

Taormina capitale del turismo nel Sud Italia. Dove sarebbe la città se anche la politica fosse all’altezza dell’hotellerie?

TAORMINA – L’hotellerie di Taormina si conferma il motore del turismo e dell’economia della città e anche il 2025 ha confermato il trend positivo di un comparto che agli occhi del mondo rappresenta il fiore all’occhiello di questo territorio.

L’industria dell’ospitalità, attraverso il mix della sua ricca proposta che si compone di aziende che hanno una lunga tradizione e l’innesto delle big company che hanno scelto Taormina in anni più recenti, sta spingendo sempre più in alto la destinazione. Il settore alberghiero ha ormai consegnato a Taormina il ruolo indiscusso di capitale dell’hospitality nel Sud Italia, ponendola tra le realtà più competitive nel panorama italiano.

Ma l’hotellerie di Taormina guarda già avanti e scommette sul futuro, con il segnale importante che arriva proprio al tramonto della stagione 2025. Prima c’è stato un meeting tra gli hotel manager degli alberghi a 5 stelle e poi, adesso, il confronto molto partecipato della scorsa settimana tra gli alberghi della città, fortemente voluto dall’Associazione Albergatori Taormina.

Significativo quanto emerso da quest’ultima riunione del 6 novembre scorso: “Si è registrato un consenso trasversale sulla volontà di continuare a lavorare insieme, per affrontare in sinergia i vari aspetti che riguardano le dinamiche dell’offerta turistica, anche per migliorare ed elevare ulteriormente la qualità dell’esperienza degli ospiti nella capitale del turismo del Sud Italia”.

Insomma l’industria dell’ospitalità non ha intenzione di fermarsi e neanche di sedersi sugli allori. Vuole affrontare le prossime sfide nel miglior modo possibile e un pezzo di questa prospettiva, che va nell’interesse non soltanto delle singole aziende ma in primis dell’intera destinazione Taormina, passerà anche dal rapporto con l’amministrazione della città.

Sino a questo momento, da parecchi anni a questa parte, la politica – lo diciamo noi con estrema chiarezza – non è stata all’altezza dei risultati straordinari ottenuti dagli operatori economici della città. Gli albergatori hanno lanciato un segnale che va nella direzione di un’auspicata prospettiva improntata sul “dialogo” e una “collaborazione” per la città. Ma a questo punto è la politica che deve scegliere in quale direzione vuole andare.

La politica locale, al netto di auto-celebrazioni che poi lasciano il tempo che trovano, sin qui non ha inciso in alcun modo sui risultati straordinari del turismo a Taormina. Anzi, il palazzo si è chiuso a riccio e s’è arroccato nella convinzione di fare percorso a sé, persino “custodendo” nei propri cassetti i suoi dati turistici su Taormina come fossero il Terzo Segreto di Fatima anziché condividerli con gli albergatori per un’analisi costruttiva dei flussi e dei vari mercati. Non occorre ricordare che il Comune dispone di un gettito annuale pesante che proviene dall’imposta di soggiorno, quelle risorse potrebbero rappresentare un valore aggiunto per il territorio e invece sinora sono state spese male, sprecate a spot in una lunga serie disarticolata di iniziative inutili e assai poco impattanti sulla destinazione.

E allora la palla passa al palazzo, sapendo che da una parte gli operatori economici la differenza l’hanno già fatta da soli e sono in grado di continuare a farla. Dall’altra parte, invece, ostinarsi a fare un altro percorso e poi, magari, esaltare risultati raggiunti da altri, è un esercizio fine a se stesso.

A volte ci vuole poco per mettersi sul binario giusto. Basta trovare il coraggio di confrontarsi e interagire, alzare la qualità dell’approccio alle sfide ponendosi al di là di piccole e grandi divaricazioni paesane che non fanno bene alla città e neanche alla politica stessa. I risultati, d’altronde, a tutte le latitudini si raggiungono lavorando in un’ottica di filiera e di complementarità inclusiva delle rispettive expertise, al di là di una visione a campo ristretto che non può più appartenere a una destinazione di riferimento del turismo che realmente vuole continuare ad essere tale.

Oggi Taormina (grazie ai suoi operatori economici) è capitale del turismo nel Sud Italia e la città può e anzi deve farsi vanto di questo risultato, considerandolo uno stimolo per fare ancora meglio. Ma una riflessione è d’obbligo: dove sarebbe Taormina se anche la politica fosse all’altezza dell’hotellerie di questa città e quindi capace di armonizzare le dinamiche ed accompagnare, affiancare e sostenere attivamente la parabola vincente degli operatori economici? Farsi la domanda e darsi la risposta.

ARTICOLI CORRELATI

POTREBBE INTERESSARTI

SEGUICI SUI NOSTRI SOCIAL

35,880FansLike
14,200FollowersFollow