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Sinner annienta Djokovic: l’esempio per i giovani è lui, non lady pandoro

Jannik Sinner (photo by Tennis Australia/ Rob Prezioso)

Jannik Sinner non finisce di stupire. Batte ancora una volta Novak Djokovic, come in Coppa Davis, e stavolta approda in finale agli Australian Open, primo Slam stagionale sui campi in cemento del Melbourne Park. Il tennista altoatesino, numero 4 della classifica Atp e del tabellone, ha superato nella prima semifinale il grande favorito del torneo e leader del ranking mondiale, in quattro set con il punteggio di 6-1 6-2 6-7(6) 6-3 in tre ore e 22 minuti di gioco.

L’azzurro aveva fallito un match-ball nel tie-break del terzo set. “E’ stata una partita durissima, ho iniziato molto bene e per due set lui ha fatto degli errori, dando la sensazione di non stare bene. Io ho cercato di spingere, ho fallito di dritto un match point ma sono ripartito poi alla grande. Il risultato mi rende felice”, le parole a caldo di un Sinner raggiante, che si gode il calore della Rod Laver Arena. “L’atmosfera è stata stupenda – spiega ancora l’altoatesino – Non vedevo l’ora di giocare questa partita, avevo perso con lui in semifinale a Wimbledon ed ho imparato da match così, fa tutto parte del processo di crescita. Abbiamo un tennis simile e non svelo le mie tattiche, ho la sensazione che qualche altra partita contro di lui, ancora, la giocherò…”. L’azzurro conferma che ‘Nolè, quando aveva 16-17 anni, gli diede qualche consiglio: “Ho avuto la possibilità di giocare con lui in allenamento, mi suggerì di essere il più imprevedibile possibile. Il servizio è migliorato tantissimo ma ho la sensazione di poter crescere ancora moltissimo, per questo ho una grande squadra con me”. Così come Bolelli e Vavassori nel doppio, anche Sinner si appresta alla sua prima finale Slam in carriera: “Ho cercato di prepararmi al meglio per questo torneo, la fiducia dalla fine dello scorso anno è altissima e mi ha dato la sicurezza di giocare con i migliori al mondo. Scenderò in campo con il sorriso – conclude – e vedremo come andrà a finire”.

Sinner si conferma il volto vincente dell’Italia nel mondo ma anche un modello da seguire con grande attenzione per le giovani generazioni. Un ragazzo che vince e convince per il suo talento in campo e per l’atteggiamento fuori dal match, esemplare nello stile e nel modo di essere e di porsi agli altri, con una maturità e un’umiltà che difficilmente si ritrova in un 22enne. Sinner è una figura di forte speranza al cospetto di una generazione emergente che ha bisogno di modelli positivi come lui, campioni di vita al naturale e non influencer che si sono costruiti un’immagine artefatta per attrarre like e fare guadagni. L’altoatesino è l’antidoto al vuoto cosmico della Rete che si riflette sulla realtà, questo ragazzo con la sua favola può dare uno scossone a quelli che vivono immersi nel mondo dei social e che troppo spesso sognano guadagni facili guardando passivamente a personaggi cartonati e patinati che hanno milioni di follower ma nulla di veramente emozionante da esprimere, niente da raccontare. Contenuti zero, sul piano delle esperienze di fatica e di sacrificio, meno che mai sui valori da trasmettere agli altri.

Ora comincia l’attesa per la finale di domenica dove Sinner tenterà di scrivere un’altra pagina di storia e se la vedrà con il vincente della sfida tra Daniil Medveedev e Aleksander Zverev. Ma questo Sinner, se fa il Sinner, non può temere nessuno. Il futuro gli appartiene e altrettanto il presente.

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