Il voto è lontano ma in Sicilia le prime grandi manovre sono già partite. C’è fermento nel perimetro delle forze politiche alternative alla maggioranza di centrodestra, dove Cateno De Luca sta cercando di capire se ci sono le condizioni per costruire una coalizione in grado di contrapporsi in termini unitari al centrodestra e sta sondando gli umori e le volontà del Partito Democratico e dei 5 Stelle, divisi a Roma ma ancora uniti (almeno per adesso) a Palermo.
Il sindaco di Taormina vorrebbe convincere il Partito Democratico e di riflesso mettere spalle al muro il M5S, fare un accordo col centrosinistra e far passare l’individuazione del candidato alla presidenza della Regione dalla convocazione delle primarie, da indire però al più presto.
De Luca le primarie le chiede e le reclama con un anno di anticipo rispetto al momento in cui si voterà per le future Regionali. Vuole andare alla conta con i candidati di Pd e M5S per poi, in buona sostanza, “cannibalizzare” gli alleati e dettare lo spartito.
Pd e M5S fanno l’elastico, si avvicinano e poi si allontanano, nel complesso sembrano avere altre idee. Il segretario regionale del Pd, Anthony Barbagallo ha già fatto sapere che i democratici vogliono esprimere un loro candidato e che considerano i numeri delle recenti Europee come indicazione che consacra la leadership del Pd nella sinistra siciliana. Nelle movimentate stanze politiche della sinistra, intanto, hanno anche altri patemi a cui pensare, a partire dal braccio di ferro nazionale sul campo largo, con la “faida” totale in atto tra Giuseppe Conte e Matteo Renzi, e i relativi riverberi sul potenziale asse tra i 5 Stelle e il Pd.
In Sicilia il patto Pd-M5S ad oggi regge, al netto delle scosse telluriche, ma i grillini a loro volta avrebbero già un nome da lanciare in prospettiva: è l’europarlamentare Giuseppe Antoci, ex presidente del Parco dei Nebrodi. Antoci è la carta politica che vuole giocarsi Giuseppe Conte per le future strategie grilline in Sicilia ed è la figura che, a tempo debito, l’ex premier chiederà a Elly Schlein di sostenere per una candidatura unitaria alla presidenza della Regione.
La sfida politica sul fronte avverso al centrodestra sembra, insomma, destinata a giocarsi tra De Luca e Antoci. Tra l’altro, De Luca a suo tempo si è espresso, più volte, in termini positivi sulla figura dell’europarlamentare: “Antoci, un vero servitore dello Stato, che vive sotto scorta per un attentato mafioso per aver detto no alle mafie dei pascoli dei Nebrodi”.
Altrettanto chiaro è che De Luca non ha intenzione di farsi beffare da Conte e dalla possibile candidatura di Antoci. Ecco perché il sindaco di Taormina e leader di Sud chiama Nord spinge con la sua road map, per conoscere prima possibile che intenzioni ha la sinistra. Diversamente saluterà la compagnia e passerà ad altre strategie. E, come detto, le ipotesi sono due: una nuova corsa solitaria, uno contro tutti, come nel 2012 e nel 2022, per la presidenza della Regione, oppure la scelta più difficile ma tutt’altro che impossibile di rimandare ancora il sogno di Palazzo d’Orleans e sostenere un candidato del centrodestra che non sia Renato Schifani. Il “meloniano” presidente dell’Ars, Gaetano Galvagno è in rampa di lancio, Scateno lo sa e simpatizza per lui…