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Sequestrati i lavori alla funivia di Taormina ed il cantiere dei bagni pubblici

A Taormina l’opposizione va all’attacco dell’Amministrazione comunale con un’azione ispettiva del consigliere di “Noi, Taormina”, Nunzio Corvaia, su alcuni interventi pubblici avviati dal Comune e da Asm Taormina e per i quali è scattato il sequestro dei cantieri, ad opera della Polizia locale, per l’assenza dei necessari titoli autorizzativi.

“Nelle giornate del 12 e 21 aprile scorso, nell’ambito del ruolo istituzionale, nella qualità di componente di un organo collegiale che è il Consiglio comunale – spiega Corvaia – e dello svolgimento dell’attività di indirizzo e controllo politico-amministrativo, ho provveduto a inoltrare due segnalazioni indirizzate al dirigente dell’Area Urbanistica del Comune di Taormina, ing. Massimo Puglisi, al segretario Generale del Comune di Taormina, Giuseppe Bartorilla, al Comando di Polizia Locale del Comune di Taormina, nella funzione di Polizia Giudiziaria, e alla Soprintendenza di Messina”.

I riflettori si sono accesi, nello specifico, sui lavori presso l’immobile, nella disponibilità di Asm Taormina (ex Stazione di Mazzarò) con la quale il consigliere segnalava “agli uffici competenti dei lavori di ampliamento, in via di effettuazione nei locali in oggetto, di proprietà dell’Asm di Taormina”, che “i lavori risulterebbero privi delle necessarie autorizzazioni”, e con un segnalazione inoltre concernente i lavori nei locali comunali nell’area sottostante Piazza San Pancrazio, che dovrebbero essere ripristinati per consentire l’attivazione di bagni pubblici nel centro storico di Taormina (i servizi ubicati accanto alle antiche terme di San Pancrazio). Ed anche in quest’ultimo caso il consigliere segnalava “agli uffici competenti la presenza di un cantiere e l’attività di lavori in corso nei locali, che risulterebbero privi delle necessarie autorizzazioni”.

L’area segnalata è di particolare interesse storico e archeologico per la presenza delle cosiddette “Terme Bizantine” che si trovano subito fuori le mura della Città, di fronte la Chiesa di San Pancrazio. E qui arriva l’attacco dell’opposizione: “A fronte di tali segnalazioni la struttura di proprietà di Asm Taormina, (ex Stazione di Mazzarò), adibita ad ufficio, è stata chiusa e, conseguentemente, sono stati avviati le attività di svuotamento e trasloco di quanto contenuto. Tale attività, dovrebbe essere propedeutica alla fase di smontaggio dell’intera struttura e all’obbligo di ripristino dello stato dei luoghi, così come è previsto quando si verificano violazioni delle normative edilizie. Il tutto al fine di riportare l’immobile nella sua condizione legittima dal punto di vista urbanistico, rimuovendo gli abusi edilizi”.

Quindi la vicenda dei locali di San Pancrazio: “I lavori nei locali comunali nell’area sottostante Piazza San Pancrazio, (bagni pubblici), a seguito dell’intervento della Polizia locale e del sopralluogo effettuato dal Comandante, Daniele Lo Presti, sono stati fermati e il cantiere è stato posto sotto sequestro, così come previsto dall’art. 321 del C.C.P.”.

“Gli esiti delle segnalazioni, a cui va aggiunta quella dello scorso 8 maggio, con la quale si denunciava la mancata applicazione, da parte di Asm Taormina, delle disposizioni di Ansfisa (Agenzia Nazionale per la Sicurezza delle Ferrovie e delle Infrastrutture Stradali e Autostradali) nel delicato ambito della prevenzione, della sicurezza degli utenti e del personale, che prevedevano l’obbligo della “chiusura dell’impianto al pubblico esercizio e l’istituzione di un servizio di trasporto sostitutivo in attesa della comunicazione da parte della direzione di esercizio dell’avvenuto ripristino del sistema di messa a terra della fune e quant’altro specificato e successivo sopralluogo” – aggiunge Corvaia -, appaiono, anche all’occhio meno esperto, come segnali preoccupanti di un modo di procedere poco responsabile, disattento, superficiale e nebuloso da parte di coloro che sono investiti della gestione tecnica, operativa e amministrativa di Asm, quali il Consiglio di amministrazione, la direzione generale e la direzione tecnica della funivia, responsabilità dalle quali non è certo esente e alle quali non può sottrarsi l’intera Amministrazione De Luca, che per intenderci è quella “della marcia in più”, che forse, come un “neopatentato”, ha fatto un po’ di confusione nella “cambiata”, inserendo, quasi alla cieca, “la retromarcia” col rischio di portare la città a sbattere contro un palo o a schiantarsi contro un muro o, peggio ancora, a finire in un profondo burrone”.

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