HomeSportSchillaci: "Facevo il gommista, ho lottato per il mio sogno"

Schillaci: “Facevo il gommista, ho lottato per il mio sogno”

“Da piccolo sognavo di fare il calciatore. Mai avrei pensato di arrivare dove sono arrivato, Dio mi ha aiutato, io ho fatto di tutto per coronare il mio sogno”. Così Totò Schillaci raccontava la sua ascesa nella vita e nello sport, dalla povertà di Palermo al grande calcio.

“Giocavo sull’asfalto del quartiere CEP, uno dei più popolari e difficili di Palermo. Famiglia modesta, tre fratelli e una sorella, papà faceva il muratore. Era il mio primo e più grande tifoso, mi ha accompagnato dappertutto pur di farmi giocare. Io ho cercato di aiutare: ho fatto il gommista, il garzone di pasticceria, l’ambulante…”.

Mi sarei accontentato di poco, invece il calcio mi ha dato tutto: fama, vittorie, denaro. Nel 1982 avevo 17 anni, ero alla prima stagione al Messina e a luglio festeggiavo la vittoria dell’Italia al Mondiale sul tetto di un autobus. Agitavo la bandiera e pensavo: ‘Chissà se riuscirò mai a vedere una partita della Nazionale allo stadio’. Otto anni dopo, con la maglia dell’Italia, ci giocavo”.

Nel suo libro del 2016 “Il gol è tutto”, l’ex attaccante ricorda il giorno in cui giocò contro Diego Armando Maradona: “Il 26 novembre 1989 è la volta di affrontare il Napoli di Diego Armando Maradona, il dio del calcio, il giocatore più forte del pianeta. È a pochi passi da me, in un paio di occasioni lo contrasto, in una gli tolgo la palla”. “Io, che fino a poco tempo fa stavo appiccicato alla televisione ad ammirarlo. L’emozione più forte, però, arriva dopo la partita, rientrando negli spogliatoi, ed è un’emozione che in qualche modo dà senso a tutto quello che sto vivendo. ‘Totò!’, sento chiamare con accento sudamericano. Mi giro e me lo trovo davanti, che mi porge la maglia, la sua 10, e chiede la mia. È un istante: incrocio i suoi occhi, mi vedo in una sorta di specchio. E mi rendo conto che, se mi ha scelto, è perché è come se avesse annusato l’aria, se avesse sentito il suo stesso odore. Quello dei quartieri popolari e dei campetti in terra battuta, della povertà e della fatica, che ci porteremo dietro per tutta la vita”, si legge sul libro del grande Totò Schillaci, eroe delle Notti Magiche che nessuno dimenticherà.

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