La Regione Siciliana rompe gli indugi e decide di rimuovere dalla direzione generale Ferdinando Croce. Il giovane manager è stato sospeso. L’ex capo di gabinetto vicario dell’assessore alla Salute, Ruggero Razza, nonostante la difesa di Fratelli d’Italia, non ha trovato conforto nella prima relazione degli ispettori ministeriali sul caso dei ritardi nella consegna ai pazienti oncologici dei referti istologici.
SOSPENSIONE. La Regione Siciliana, attraverso l’assessorato della Salute, ha deciso di avviare nei confronti di Croce il procedimento di decadenza dalla posizione di direttore generale dell’Azienda sanitaria provinciale di Trapani, disponendone intanto l’immediata sospensione dalle funzioni per 60 giorni.
LE MOTIVAZIONI. La sospensione scaturisce dalle prime risultanze di un’indagine ispettiva sui citati ritardi nell’erogazione delle prestazioni di anatomia patologica. Pesanti le contestazioni mosse al manager: “Omissioni di atti obbligatori per legge e violazioni dei principi di efficacia, efficienza e buon andamento dell’amministrazione”. L’attività ispettiva è stata condotta dal dipartimento per le Attività sanitarie e Osservatorio epidemiologico dell’assessorato, che ha prodotto una relazione sul caso.
I RITARDI SUI CASI DI CANCRO. Le verifiche in atto sono finalizzate ad accertare le responsabilità in riferimento agli oltre 3300 istologici accumulati all’Asp di Trapani e refertati poi grazie a una task force regionale, nell’ambito della quale sono emersi 206 casi di tumore.
NIENTE DIMISSIONI. Croce non ha ritenuto opportuno dare le dimissioni e così, sulla base degli esiti della relazione degli ispettori, il presidente della Regione Renato Schifani, su proposta dell’assessore Daniela Faraoni, ha formalmente comunicato al manager l’avvio del procedimento di decadenza e la risoluzione del relativo rapporto di lavoro. Nelle more della conclusione del procedimento, l’assessorato ha disposto la sospensione del direttore generale per due mesi.
GIARDINI NAXOS. Croce rimane, invece, al momento in carica a Giardini Naxos come assessore nella Giunta municipale. Ma anche qui, alla luce dei gravi accadimenti in atto all’Asp Trapani, bisogna vedere quali saranno le valutazioni che farà il sindaco Giorgio Stracuzzi. I riflettori si accendono sul primo cittadino di Giardini Naxos, per capire se deciderà di confermare Croce in Giunta o se riterrà opportuno revocare la sua nomina e quindi sollevarlo dall’incarico. Croce, con molta probabilità, non ha intenzione di dimettersi, come d’altronde non si è neanche dimesso a Trapani.
LA DIFESA DI CROCE. Questa la reazione di Ferdinando Croce alla decisione del presidente Schifani di sospenderlo dalla direzione generale dell’Asp Trapani: “Non commento, per ora, la decisione del Presidente della Regione di avviare il procedimento di decadenza dalla carica di Direttore generale dell’Asp di Trapani, che mi è stata da poco notificata con proposta di sospensione. Compirò ogni valutazione in diritto per la tutela della mia immagine, del mio lavoro, della portata delle mie responsabilità. In queste lunghe settimane ho scelto che – al mio posto – parlassero gli atti per dimostrare, come spero ancora accadrà, che io ho agito per risolvere problemi ereditati. Basta guardare gli atti richiesti dal ministero della Salute nell’ambito di una ispezione ancora in corso per verificare che quando a luglio, per la prima volta, mi sono state rapportate le criticità di refertazione ho adottato tutte le misure a mia disposizione, garantendo nel tempo previsto una refertazione entro 20 giorni al mese di febbraio. Ho anche tempestivamente avvisato l’assessorato regionale della salute, ricevendo silenzi e nessun aiuto fintantoché la vicenda non ha assunto rilevanza mediatica. Di questa vicenda resta intatta l’amarezza per la tutela delle persone, per i pazienti. Alla loro sofferenza, in una provincia difficile sotto il profilo della organizzazione sanitaria e travolta da scandali giudiziari, ho cercato di dare in questi primi mesi di lavoro una iniziale risposta con il costante supporto di tutto il personale aziendale. So di aver agito con coscienza, onestà e impegno. Il resto toccherà accertarlo in tutte le competenti sedi giudiziarie, alle quali valuterò di rivolgermi senza spirito di rivalsa, con l’obiettivo unico di fare emergere la verità”.