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Santoro (FIP): “Briatore e la pizza a 15 euro? Ha ragione, vi spiego perché”

TAORMINA – La qualità costa e la “massificazione” del mondo globale rischia di infliggere un duro colpo anche alla sacralità della buona pizza con ingredienti doc. Nel mercato del dopo-Covid c’è chi prova a sbarcare il lunario e bruciare la concorrenza a tutti i costi, a prezzi stracciati, senza preoccuparsi di offrire alla clientela una pizza di “Serie B”.

Da qui l’ira diventata virale di Flavio Briatore: chi va in una delle Crazy Pizza, le pizzerie di Briatore e ordina una margherita, deve abituarsi all’idea che la pagherà 15 euro.

L’imprenditore piemontese sta aprendo filiali in tutto il mondo e non ci ha pensato due volte nel mettersi davanti alla fotocamera del suo cellulare e girare un video in cui spara a zero sulle pizza a 4-5 euro.

“Ma per tenere i prezzi così bassi, per vendere una pizza a 4 euro, che ingredienti usate?”

E la questione diventa di stretta attualità anche dalle nostre parti, nel polo turistico di Taormina, una delle principali destinazioni ricettive del Sud Italia: sull’argomento interviene, sulla stessa lunghezza d’onda di Briatore, anche Giuseppe Santoro, lo chef siciliano presidente della FIP, la Federazione Italiana Pizzaioli.

”Credo che un prodotto di qualità non ha prezzo, in questi anni – spiega Santoro – ho lavorato, anche se con altri compiti, sempre nel mondo dell’hospitality in giro per il mondo. E cime dico sempre un buon Marketing fa la differenza: se poi al Marketing aggiungi un buon business plan, un management eccellente come – notizia di questi giorni – ha fatto Briatore assumendo nel suo team Alessandro Lazzaroni, la strategia diventa eccellenza. Condivido e spalleggio senza alcun dubbio le dichiarazioni di Briatore, che ha indovinato la formula giusta, ambiente di classe, carta dei vini, eccellenti maestri pizzaioli, gente in gamba – vedi Giorgio Riggio a Londra o a Roma Valentino Rotaru -. Il resto lo fa la selezione di prodotti di qualità e di alta gamma. Il prezzo di una piazza a 15 € non mi scandalizza. Semmai mi scandalizza di più sentire parlare del “solo a Napoli la sanno fare” e poi vedere pizzerie che vendono la pizza a 4/5€. Quello mi scandalizza, perché qualcosa non torna nei conti: a rimetterci sarà la qualità? Il cliente? Il dipendente? O tutto l’insieme? Perché e vero che parliamo di pizza ed è un’alimento della dieta mediterranea, ma visto che tutti vorrebbero stare in una guida stellata forse è arrivato il momento di cambiare mentalità. Non dimentichiamo che è l”icona dopo la pasta del Made in Italy nel mondo.

Solo che le catene più grandi al mondo sono americane. Vedi Domino’s o Pizza Hut, Joe’s Pizza e altre ancora, ecc allora che forse è giunto il momento di chiederci il perché. Ben vengano i Briatore della pizza nel mondo. Non vedo l’ora di provarla”.

“Racconto sempre che la migliore pizza che ho mangiato al mondo è stata a Singapore, Osteria Mozza by Nancy Silverton, famosa chef e panificatore made in Usa. Qualche domanda bisogna farsela. Non si può prescindere da elementi come la qualità e la progettualità. Presto lancerò un nuovo progetto nel mio territorio. Ci sarà tempo e modo di parlarne, posso soltanto dire che sarà qualcosa di speciale”.

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