Mentre la sinistra studia algoritmi ad oltranza con l’intelligenza artificiale per trovare la quadra di un campo largo, a destra si cerca di consolidare l’area di centro per rafforzare la coalizione di governo. Non è più un mistero che Fratelli d’Italia, stando a rumors divenuti praticamente una quasi certezza, abbia messo nel mirino l’opportunità di sancire un patto con Sud chiama Nord, il movimento del sindaco di Taormina, Cateno De Luca.
Nel centrodestra Fratelli d’Italia veleggia stabile in prossimità del 30%, tra il 27% e il 29%, Forza Italia vive un’inattesa fase di resurrezione post-berlusconiana e si attesta al 9%, decimo in più o in meno, con la doppia cifra nel mirino. Appare in difficoltà e arranca, invece, la Lega, da tempo inchiodata all’8% e che già alle Europee ha scansato la crisi solo grazie all’effetto Vannacci, che ha salvato la segreteria di Matteo Salvini. La Lega fatica nello scenario nazionale e rischia di far registrare una flessione ancora più significativa in Sicilia, dove la fuga dal Carroccio è partita e inizia a preoccupare. La Sicilia è una regione chiave anche per gli equilibri politici romani e allora il piano di Giorgia Meloni è quello di stringere i tempi per rafforzare l’area di centro, che al netto delle dinamiche legate ai tre partiti principali di maggioranza, può portare ad aggregare innesti anche collegati a Noi Moderati (dove, infatti, c’è già stata l’adesione dei fuoriusciti di Azione e Italia Viva). E, di riflesso, si guarda a quei movimenti sinora rimasti fuori dai due poli principali. Nel centrodestra si guarda ad un patto con Sud chiama Nord, e qui le voci che da tempo girano negli ambienti politici richiamano contatti o incontri (fate voi) che ci sarebbero stati tra Arianna Meloni, e Cateno De Luca. La sorella del premier, stando a queste ricostruzioni, si farebbe “garante” del patto con il leader di Sud chiama Nord.
Ci sarebbe una convergenza di massima all’orizzonte. L’idea di Fratelli d’Italia sarebbe quella di andare alla stretta finale e blindare l’intesa con un segnale politico che potrebbe arrivare in tempi più o meno stretti: indiscrezioni romane raccontano che il governo Meloni sarebbe pronto a rendere disponibile per Sud chiama Nord una posizione di rilievo: un sottosegretariato, con una delega anche abbastanza importante. Altri punti tematici a largo raggio di quello che sarebbe il chiacchierato patto politico: la vicepresidenza per ScN nel futuro governo regionale in Sicilia e spazi per il movimento nella composizione delle liste per i Collegi elettorali alle Politiche 2027. Sarà davvero così? Si vedrà.
L’idea della maggioranza, e nello specifico ai piani alti di Fratelli d’Italia, sarebbe quella di allargare la coalizione con un ragionamento politico a doppio filo. Sul nazionale, guardando al dato delle recenti Europee che ha visto Sud chiama Nord ottenere lo 0,7%, si auspicherebbe di portare al centrodestra un apporto con una forbice tra l’1% e l’1,5%, con De Luca che però resta convinto di spingersi su una crescita più significativa del suo movimento. In Sicilia un accordo tra il centrodestra e De Luca non lascerebbe margini di speranza alle opposizioni di centrosinistra condannandole ad una sconfitta netta. Le percentuali sarebbero “bulgare” se si guarda alle Regionali 2022, quando il centrodestra prese il 42% e Sud chiama Nord in quella tornata il 24%, anche se in politica poi la prudenza è d’obbligo e ogni tornata è una storia a sé.
Ma soprattutto, alla fine della fiera, la volontà di Fratelli d’Italia è quella di cooptare De Luca per impedire che possa esserci un “ritorno di fiamma” con la sinistra, e d’altronde qui ad un certo punto in Sicilia si era aperto un dialogo con affaccio su Roma ma poi la storia è finita male tra i veti incrociati di Pd e M5S (recapitati dalla capitale) e le bordate del sindaco di Taormina. Evitare brutte sorprese e ribaltoni in Sicilia, scongiurare insidie nei Collegi elettorali per le Politiche è la strategia meloniana, dovendo tamponare la crisi della Lega. Arianna dialoga, Giorgia approva, ora si attende il sì definitivo di De Luca o magari si tratta solo di aspettare il momento buono per uscire allo scoperto. I segnali già lanciati dal sindaco di Taormina sono abbastanza chiari: dai siluri alla sinistra al clamoroso disgelo avvenuto con il presidente della Regione, Renato Schifani, Scateno ha detto basta alle corse solitarie e ora vede davanti a sé la via da percorrere per uscire dall’isolamento politico in cui era finito Sud chiama Nord. La strada è tracciata. Se son rose…