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Renzi: “Il 7 ottobre inizio di una rivoluzione? Scandaloso”

“Sono molto preoccupato dall’escalation in Terra Santa. Ma continuo a credere nelle ragioni della pace: spes contra spem, avrebbe detto Giorgio La Pira. A un anno dal massacro del 7 ottobre e dopo dodici mesi di guerra devastante, il regime iraniano sembra avere scelto la strada del confronto diretto con Israele. Sapete che cosa penso dell’Iran e sapete come tutti noi attendiamo che i ragazzi (e le ragazze!) di Teheran possano tornare libere di vestirsi come vogliono, ascoltare la musica e vivere in libertà”. Lo ha dichiarato Matteo Renzi, segretario di Italia Viva.

“Tra Israele e Iran sto dalla parte di Israele senza alcun dubbio. Il regime iraniano ha combattuto in questi anni sostenendo Hamas e Hezbollah ma non scegliendo la strada del confronto diretto. Il lancio di missili di due giorni fa è l’inizio di una nuova stagione del conflitto. Tuttavia sono prudente nelle previsioni su ciò che avverrà a stretto giro. Molto dipenderà dai rapporti tra Tel Aviv e Washington visto che Israele ha detto che la risposta sarà coordinata con gli americani. Ma in questo momento la Casa Bianca è oggettivamente debole. Si tratta dunque di misurare con grande equilibrio le forze in campo sapendo che nella sostanza i paesi arabi riformisti fino ad oggi hanno evitato di schierarsi contro Israele. E questo è il punto fondamentale per costruire finalmente la strategia dei due popoli, due stati. Ma attenzione: in Libano non c’è più Nasrallah (il mondo è un posto migliore senza di lui), ma ci sono ancora oltre centomila combattenti di Hezbollah. Con tante armi”.

“Mi piacerebbe che il Parlamento avesse il coraggio di fare un grande dibattito sulla politica estera di questo Paese. Abbiamo la presidenza del G7, abbiamo una storia fatta di grandi pagine diplomatiche, abbiamo personale straordinario alla Farnesina. Ma diamo l’impressione di non avere una direzione, una strategia, un’idea.

“Quanto alle manifestazioni anti Israele del 5 ottobre: sapete che io la penso in modo radicalmente opposto rispetto ai partecipanti. Dire che il 7 ottobre è stato l’inizio di una rivoluzione (e non un massacro!) è scandaloso. Ma vietare le manifestazioni è una scelta sbagliata. La libertà di espressione e manifestazione non può essere censurata. Anche le idee peggiori hanno diritto di cittadinanza: anzi, l’opinione pubblica si fa un’idea ben precisa e magari le respinge. Abbiamo gli anticorpi necessari, come società e come Paese, a rifiutare l’estremismo. Vietare le manifestazioni, peraltro, oltre che andare contro un’idea liberale della società, alimenta i fenomeni di vittimismo”.

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