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Referendum, il rituale perdente di una sinistra che regalerà altri 10 anni di governo a Meloni

Alzi la mano chi credeva davvero che i referendum dell’8 e 9 giugno avrebbero raggiunto il quorum necessario a renderli validi. Zero per cento di possibilità e alla fine ha votato soltanto il 30% degli italiani. E’ la conferma impietosa che li strumento referendario non funziona e che puntualmente, ogni qualvolta viene riproposta questa consultazione, gli italiani se ne infischiano altamente dei quesiti che vengono posti. Al di là del contenuto specifico riguardante proprio i quesiti, e’ il referendum che appare inutile e che non a caso viene poi bocciato a prescindere. Sarà giusto o sbagliato, piaccia o non piaccia, ma così stanno le cose e bisognerebbe prenderne atto.

E invece va in scena il solito teatrino politico con la sinistra che chiama i cittadini alle urne perché bisogna dare la spallata al governo e fa il gioco della destra, perché anche un bambino di due anni capirebbe che ormai, con la legge attuale, non esisteva alcuna chance di riuscita del referendum. L’astensionismo la fa da padrone alle Politiche, figuriamoci se la tornata elettorale riguarda i referendum. Se la sinistra pensa di buttare giù Giorgia Meloni con le strategie monotematiche di Elly Schlein e Giuseppe Conte, o peggio ancora con l’accoppiata Bonelli-Fratoianni, vorrà dire che molto probabilmente la premier resterà al suo posto per altri 10 anni senza alcuna difficoltà. Stesso discorso vale per il segretario della CGIL, Landini, che studia da nuovo leader della sinistra ma e’ il vero sconfitto dell’8 e 9 giugno.

E’ inutile e anche mortificante per l’intelligenza della gente attaccarsi poi ai soliti luoghi comuni che “ha perso la democrazia”. Se un cittadino vuole votare lo fa, se non vuole votare sta a casa. Anche questa e’ democrazia. Altrimenti saremmo in un regime. E la sinistra non ha ancora capito che il fascismo e’ morto e sepolto e non tornerà.

Addirittura la sinistra, pur di non ammettere una limpida ribalta il dato e dichiara di aver vinto perché hanno votato sì al referendum 13 milioni di persone, un quantum superiore al numero di italiani che hanno votato il centrodestra nel 2022. Una specie di premio di (magra) consolazione per non dover dire di aver floppato.

Alla fine della fiera, più si continua nella contrapposizione a priori e ad attaccare a testa bassa questo governo richiamando a ripetizione lo spettro del ritorno del fascismo (che – ripetiamolo in lingua italiana – e’ morto) e più si farà un favore alla destra. Meloni non brilla, il suo partito e’ pieno di figure inadeguate e il suo governo per molti aspetti ha deluso esattamente come tutti gli esecutivi precedenti di destra e di sinistra che hanno avuto in mano le sorti del Paese ma la leader di Fratelli d’Italia ha dimostrato di essere una leader scaltra. E può anche godere di luce riflessa e dormire sonni tranquilli perché nel campo politico a lei avverso non sembrano in grado di contrastarla e nemmeno di coalizzarsi in una maniera credibile che non sia solo una somma algebrica.

La sinistra, se vuole fare l’interesse degli italiani, si dia una svegliata, e possibilmente si affidi ad altre facce. Intanto la smetta con la litania del fatto personale contro il governo a prescindere, su tutto, e cominci a parlare dei veri problemi dei cittadini. Altrimenti non occorre l’oracolo di Delfi per immaginare come andranno le cose nel 2027.

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