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Raneri: “De Luca ha dato una lezione, i taorminesi erano stanchi e stufi”

TAORMINA – L’ex vicesindaco ed ex presidente del Consiglio comunale di Taormina, Eugenio Raneri, commenta così il risultato delle elezioni Amministrative a Taormina.

“Eccole le due facce della stessa medaglia – scrive in una nota Raneri -. Personalmente i risultati elettorali non mi hanno sorpreso. I taorminesi di centro e frazioni, giovani e vecchi, stanchi e stufi di essere amministrati per quasi due generazioni da una politica inaffidabile ed incompetente che per 30 anni si è proposta e riproposta alla guida della città ha deciso di voltare pagina e di affidarsi allo straniero. E’ la sconfitta di una classe dirigente che si è sciolta come neve al sole lasciando in eredità un dissesto finanziario da gestire, un territorio da ripensare e ridisegnare, famiglie e società fragili, in crisi e senza futuro”.

“I sepolcri imbiancati non sono stati capaci di convincere gli elettori a mantenere lo status quo (il sistema Taormina) inoculando dosi massicce di xenofobia verso lo straniero; non è bastato l’aplomb professorale, il vittimismo autoflagellante, il modus “chiagni e fotti” ; il decreto intellettualoide – “facite ammuina“. Nulla gli ha funzionato. Non sono bastate le caste e il censo che si sono esibiti in varie danze e controdanze. Poi, quasi a svegliarli e portarli in una realtà a loro sconosciuta, il 700 è diventato 300 e il 2800 si è trasformato in 1600, come d’altronde quando si afferma che “la matematica non è un’opinione”.

“A De Luca viene consegnato in eredità un dissesto finanziario da gestire, un Comune con risorse umane inadeguate, servizi da terzo mondo. Colpa della pandemia le cui conseguenze sono e sono state globali? No, per loro sono state scelte gravose (purtroppo per le nostre tasche) ma giuste e doverose (come la viabilità cervellotica, la raccolta differenziata, etc), scelte fatte con responsabilità (e competenza aggiungerei); l’impegno è stato costante, giorno dopo giorno, ora dopo ora, (ma dove?) anche per ricostruire (o affossare/distruggere) una comunità prostrata dalla pandemia; sono stati i taorminesi a non capire questi “fenomeni” che stavano lavorando per una Taorminolandia smart, con strategie di efficientamento energetico, sicura, con servizi adeguati e proiettata verso una sostenibilità ambientale, sociale ed economica”.

“Quando il competitore ha svelato i misteri del “sistema” – continua Raneri -, per porre rimedio e metterla in caciara, hanno impartito lezioni e dettato regole di comportamento; peccato che si siano dimenticati di cancellare qualche foto e post sui social. Non contenti, a tutti i costi hanno voluto dettare il tema, i taorminesi lo hanno svolto, lo svolgimento lo possiamo sintetizzare, senza scendere nei dettagli, così: De Luca ha ottenuto 4.019 preferenze e la sola sua lista 3.250 (+769). L’altra sua lista ha conseguito 569 voti ed il candidato 127. Era farlocca? Direi proprio di no. La “Taormina de noartri” ha conseguito 1.765 voti ed il suo candidato 1.612 (-153). La lettura delle percentuali dei voti ottenuta nelle sezioni dalle quattro liste in competizione non presenta scostamenti significativi; la percentuale di astensionismo non ha subito scostamenti significativi. La quarta lista? Senza alcuna offesa non è pervenuta. Quella di De Luca è stata una lezione alla pletora dei sedicenti candidati sindaci velleitari, incompetenti e voltagabbana: guardate le preferenze conseguite e ne avrete il riscontro”.

“Lo svolgimento del tema dettato, piaccia o meno, in estrema sintesi è questo: il successo senza ombra di dubbio è da ascrivere all’on. De Luca. Non c’è stata partita; il palazzo è rimasto integro, i padroni del palazzo hanno deciso di sfrattare l’inquilino con tutta la sua “corte dei miracoli”. Questa è la democrazia; la lezione è stata data e tra cinque anni il “padrone del palazzo” giudicherà a chi affidare le chiavi. In conclusione: qui a Taormina noi facciamo così: il sindaco è l’on. Cateno De Luca. Noi non consideriamo la discussione come un ostacolo sulla via della democrazia. Qui a Taormina noi facciamo così”.

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