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Prima della Scala, incasso record. Fuori la protesta Pro Pal e dei lavoratori

Con l’Inno di Mameli si è aperta la stagione del Teatro alla Scala di Milano. Per la prima è andata in scena l’opera “Lady Macbeth del distretto di Mcensk” di Dmitrij Sostakovic, diretta da Riccardo Chailly, per la regia di Vasily Barkhatov. Al termine dei quattro atti oltre 11 minuti di applausi dalla platea.

Nel palco reale la senatrice a vita Liliana Segre, il presidente della Corte costituzionale Giovanni Amoroso, il sindaco e presidente della Fondazione Scala Giuseppe Sala, il ministro della Cultura Alessandro Giuli, la sottosegretaria di Stato Usa Sara Rogers, il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana e il prefetto di Milano Claudio Sgaraglia. Dalla platea prima dell’Inno di Mameli lungo applauso alla senatrice Segre.

“Ce ne faremo una ragione, noi viviamo bene anche da soli…”. Così il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, arrivando alla Prima della Scala a Milano, e rispondendo ai giornalisti che gli chiedevano dell’assenza di esponenti di governo ad eccezione del ministro della cultura Alessandro Giuli.

“Come sempre una grande Scala, con un grande pubblico e con una grande opera – ha sottolineato Fontana -. È sempre emozionante partecipare a questa serata, un vanto per la nostra regione. Una Prima che esalta la Lombardia come riferimento, come capitale internazionale anche della cultura”. “Una Prima preolimpica – ha concluso – nella quale si respira aria di musica eccezionale. Un’opera dal grande fascino, che esce dagli schemi tradizionali e che guarda alla nostra realtà di tutti i giorni con una proposta coinvolgente”.

“Mi pare che il maestro Chailly abbia fatto un’ottima scelta, poi siamo tutti curiosi. Non è una delle opere più conosciute, ma è un’opera importante: Sostakovich è stato un grande maestro contemporaneo dell’ultimo secolo in assoluto. I messaggi sono quelli di cui c’è bisogno oggi: mettere la donna al centro è quanto mai giusto, al di là delle particolarità dell’opera”. Così il sindaco di Milano Giuseppe Sala arrivando al Teatro La Scala.
Il primo cittadino poi aggiunto che “c’è stata anche qualche polemica per la scelta di un’opera russa, ma il senso e la storia dell’opera mi fa dire che è stata una scelta estremamente corretta”.

INCASSO RECORD, OLTRE 2,6 MILIONI DI EURO

Dopo il trionfo dell’Anteprima per i più giovani il 4 dicembre, Una Lady Macbeth del distretto di Mcensk di Dmitrij Sostakovic ha debuttato nella serata più importante del calendario del Teatro alla Scala di fronte a 1896 spettatori, registrando un incasso definitivo di 2.679.482 euro, cifra record che supera di più di 100.000 euro i ricavi dell’Inaugurazione della Stagione 2024/2025, attestati sulla cifra di 2.560.492 euro.
Si tratta dell’incasso più alto di sempre, quello della dodicesima inaugurazione di stagione di Riccardo Chailly, che ha come protagonista una partitura di taglio cinematografico di un compositore ventiquattrenne capace di mescolare violenza, pietà, erotismo e grottesca comicità, in una messinscena affidata al talento del regista Vasily Barkhatov, più giovane dei suoi 42 anni.
Dopo l’apertura di domenica 7 dicembre alle ore 18, questo il calendario delle repliche: mercoledì 10 dicembre alle ore 20 (turno Prime Opera), sabato 13 dicembre alle ore 20 (turno A), martedì 16 dicembre alle ore 20 (turno B), venerdì 19 dicembre alle ore 20 (turno C), martedì 23 dicembre alle ore 20 (turno D) e martedì 30 dicembre alle ore 20 (fuori abbonamento).

PROTESTE DEI PRO PAL E DEI LAVORATORI DELLO SPETTACOLO

Tre ore prima sono partiti i presidi di protesta davanti al teatro milanese. Particolarmente numeroso il presidio in favore della Palestina. A ridosso di Palazzo Marino sono appesi striscioni contro l’occupazione israeliana dei Territori palestinesi a Gaza e in Cisgiordania, il piano di pace del presidente americano Donald Trump e per chiedere la libertà di Mohamed Shahin, l’imam di Torino colpito da un decreto di espulsione.

“Palestina libera”, “7 ottobre non è una ricorrenza. Ora e sempre resistenza”, “Netanyahu assassino”, “From the river to the sea, Palestine will be free” sono alcuni degli slogan scanditi dai manifestanti. Proteste anche contro lo stanziamento di ingenti risorse per le politiche di riarmo e in solidarietà con la maschera della Scala licenziata lo scorso 4 maggio per aver urlato “Palestina libera” in occasione del concerto organizzato dall’Asian Development Bank al quale era presente anche la premier Giorgia Meloni.

Lo scorso 27 novembre il teatro milanese è stato condannato a risarcire alla lavoratrice le mensilità dalla data del licenziamento fino alla scadenza naturale del contratto. Dallo stesso lato della piazza, è anche in corso il presidio dei lavoratori del settore della cultura: presenti Cgil, lavoratori del Teatro La Scala di Milano e rappresentanti del Teatro La Fenice di Venezia. Quest’ultimi, in particolare, hanno ribadito la loro contrarietà alla nomina a direttore presso il teatro veneziano di Beatrice Venezi. E’ stato letto un messaggio congiunto dell’orchestra sinfonica di Milano e dell’Orchestra Sinfonica Siciliana. L’intera piazza nel centro di Milano è stata circoscritta da transenne ed è presidiata da reparti delle forze dell’ordine.

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