HomeEditorialiOpen Arms, Salvini ha ragione: anche la (vera) sinistra lo assolve

Open Arms, Salvini ha ragione: anche la (vera) sinistra lo assolve

La vicenda Open Arms che vede imputato Matteo Salvini si avvia a diventare uno spartiacque nella storia recente della politica italiana ma anche della giustizia. Al termine dell’udienza nell’aula bunker del carcere Pagliarelli a Palermo è stata chiesta la condanna di Salvini a sei anni di carcere per i fatti della Ong spagnola dell’agosto 2019.

Vedremo quale sarà l’evoluzione di questa storia, se la condotta di Salvini sarà riconosciuta conforme alla legge e se verrà condannato oppure assolto. Ma il fatto stesso che un ministro venga processato, di fatto, per aver difeso i confini nazionali appare sproporzionato e rischia di creare un grave precedente. “E’ un atto d’accusa contro una linea di governo”, ha dichiarato Giulia Bongiorno, legale di Salvini. E allora se così stanno le cose, un atto d’accusa contro una linea politica può legittimare che un ministro venga processato? A nostro avviso no. E’ una questione che sembra decisamente anche e soprattutto un processo politico.

Salvini non ha compiuto un reato, ha fatto una scelta, e giusta o sbagliata che fosse quella scelta non è comunque una condotta tale da farlo incriminare. Non ha provocato nessun morto. La linea di Salvini era quella di un intero governo, il governo Conte 1, avallata e difesa dall’allora premier 5 Stelle che in quel momento era alleato di Salvini e ne legittimava la linea politica, oggi è all’opposizione e fa una virata (politica) a 360 gradi, sostenendo che Salvini abbia agito “motu proprio”. Tutti sapevano cosa stava accadendo e Salvini è andato fino in fondo: se il premier Conte non era d’accordo con Salvini come avrebbe potuto agire un ministro, da solo, in quel modo?

Si dirà che la solidarietà del governo sia un atto di parte perché si tratta di valutazioni che arrivano dall’area politica a cui appartiene Salvini e che oggi governano insieme a lui. E d’altronde altrettanto di parte è la sinistra che, al netto di qualsiasi aspetto processuale, quando sente nominare Salvini vede “fumo” e lo vuole “per fatto politico” alla sbarra, lo sogna in carcere non per 6 anni ma per 30 anni.

E allora il giudizio più interessante tra tante inutili parole di queste ore, arriva da un autorevole fonte della (vera) sinistra, il direttore del quotidiano L’Unità, Piero Sansonetti.

“Ora io mi faccio due domande, che mi sembra impossibile non farsi. La prima è: se Salvini fece quelle scelte, alla luce del sole, ne parlavano i giornali e le sapevano tutti, con che potere le fece? Il governo era consapevole o no di quelle scelte? Il capo del governo le condivideva? E se le condivideva non è anche lui imputabile? Come mai non si è proceduti contro il capo del governo, che all’epoca era Giuseppe Conte? La seconda domanda è questa: se le scelte che fa il governo e i ministri riguardo gli sbarchi sono sottoponibili al giudizio della magistratura, come mai è stato incriminato Salvini per un reato indiscutibilmente minore, perché non ha prodotto alcun morto, e non viene incriminato nessuno per il mancato salvataggio di naufraghi avvenuti nell’ultimo anno, l’ultimo pochi giorni fa con 21 naufraghi morti? Erano 28 aggrappati a una barca rovesciata, era stato dato l’allarme e l’Italia lo sapeva, le autorità italiane lo sapevano eppure non hanno mandato i soccorsi e 21 persone sono affogate. Qui è più difficile parlare di scelta che competeva al governo. Può competere al governo la scelta di far morire dei naufraghi? Non c’è quantomeno omissioni di soccorso? O forse addirittura omicidio, o forse addirittura strage?”.

Già il 14 gennaio scorso, sempre Sansonetti scrisse: “Il reato qual è? Sequestro di persona, come fu per Graziano Mesina? No, il reato non c’è. Salvini non ha commesso reati: ha compiuto scelte politiche sciagurate. Son cose diverse. Va assolto. La magistratura ha fatto malissimo a incriminarlo. Sinistre, 5 Stelle e Italia Viva hanno fatto malissimo a concedere l’autorizzazione a procedere.

Sansonetti critica Salvini, anche aspramente, ma esclude che la sua condotta sia tale da farlo finire addirittura a processo. Il direttore de L’Unità dice cose sensate, che difficilmente si possono smentire, fa valutazioni a nostro avviso condivisibili. Salvini non ha compiuto un “sequestro di persona”. In carcere – aggiungiamo noi – devono andare altri: i delinquenti, i terroristi, gli stupratori, gli spacciatori, i ladri.

La magistratura va rispettata, ma qui si rischia di sconfinare nel perimetro di un processo politico. E la politica è un’altra cosa. Salvini non ha causato morti né feriti. Se ha sbagliato sul piano politico, ha ragione Sansonetti, lo giudicheranno i cittadini.

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