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Nucara (dg Federbalberghi): “No alle proteste sul regolamento di Firenze per gli affitti brevi. Non si possono agevolare i condomini pollaio”

il direttore di TN24, Emanuele Cammaroto con il direttore generale di Federalberghi, Alessandro Nucara

Il direttore generale di Federalberghi, Alessandro Nucara, ha rivolto un plauso al Comune di Firenze per l’avvenuta adozione di un regolamento sugli affitti brevi che fissa un limite minimo di 28 mq per le civili abitazioni in cui poter svolgere attività di locazioni turistiche brevi.

A Firenze è stata anche prevista l’istituzione di un Registro comunale, nonché la necessità di autorizzazioni valide 5 anni legate sia al proprietario che all’abitazione (decadono quindi in caso di compravendita) e sanzioni da 1000 a 10 mila euro per i titolari di attività fuori regola. Dal regolamento sono stati esclusi i casi di locazioni brevi di porzioni di unità immobiliari in cui il proprietario abiti ed abbia la residenza. L’atto approvato dal Consiglio di Firenze, inoltre, comprende il blocco di nuove autorizzazioni in area Unesco, con l’Amministrazione del luogo che si riserva di modificare aree omogenee o introdurne di nuove, di introdurre ulteriori criteri e limiti.

La questione investe nello specifico Firenze ma è destinata ad avere riverberi in tutte le altre città d’arte e mete turistiche – compresa Taormina – che presto o tardi saranno chiamate a fare una scelta e a prendere posizione sul fenomeno dei centri storici che si spopolano mentre si assiste ad una crescita sproporzionata delle locazioni turistiche.

“Le stucchevoli proteste contro il nuovo regolamento del Comune di Firenze sugli immobili destinati alle locazioni turistiche brevi – ha evidenziato il dg di Federalberghi, Nucara, che il 23 febbraio scorso ha rilasciato una lunga intervista a TaorminaNews24 – dimostrano ancora una volta che il re è nudo. Quando la materia è stata disciplinata dalla Regione, i soliti primi della classe hanno subito protestato, affermando che, non trattandosi di strutture ricettive, la Regione non avrebbe competenza in materia. Oggi apprendiamo dalla stessa fonte che neppure i Comuni dovrebbero occuparsene. Con quale onestà intellettuale si può sostenere che i Comuni non hanno titolo per definire gli standard urbanistici minimi? Lo si può fare solo se si vuol difendere l’indifendibile, ergendosi in difesa di soluzioni che agevolano il dilagare dei condomini pollaio”.

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