Rafael Leao ha rilasciato un’intervista alla Gazzetta dello Sport. Dal rapporto difficile con Paulo Fonseca alla nuova fase con Sergio Conceicao, che ha portato subito al trionfo in Supercoppa Italiana. Il momento dell’attaccante portoghese, che era finito in panchina e ora si è ripreso la scena.
“L’immagine più forte che mi porterò dentro da Riad è quella di tutto il gruppo che festeggia il gol di Abraham. Un momento di gioia condiviso. Un ricordo che mi resterà per sempre e che certo racconterò ai miei bambini. Conceicao ha portato energia e una nuova mentalità. Così siamo arrivati a vincere la Supercoppa e farlo è stato importante per tutti. Per noi che siamo qui da tanto tempo e per i nuovi, che così hanno capito cosa significhi alzare un trofeo con il Milan. Io qui ho già conquistato uno scudetto, che è la cosa più grande da vincere dopo la Champions, ma con le parole non sono mai riuscito a descrivere cosa avevo provato”.
Da Fonseca a Conceicao la svolta e tante cose cambiate: “L’energia e mentalità si sono viste contro la Juve e contro l’Inter. Chi era fuori per infortunio ha scelto di essere “dentro” la squadra, di dare il suo contributo dalla tribuna: è stato uno step in più. Un messaggio per noi e per gli altri. E infatti sento che ora, prima di entrare in campo, anche gli avversari ci percepiscono in maniera diversa. Le due rimonte vittoriose lo confermano”.
“Il mio obiettivo è essere al top e avvicinarmi ai più forti. Se l’allenatore è bravo può aiutarmi, il resto dipende da me. Io cerco di mettere le mie caratteristiche al servizio della squadra. Conceiçao non ama sempre scherzare, ma sa come spingermi e mi aiuterà ad arrivare a un livello più alto. Puntiamo forte su di lui. Sono pronto per ascoltare e seguire le sue idee che sono buone, visto che è arrivato e dopo pochi giorni abbiamo vinto un trofeo. Adesso dobbiamo pensare partita dopo partita e conservare le energie positive provate in Arabia. Bisogna continuare così”.
E proprio sul rapporto con Fonseca, Leao si è espresso così nella sua intervista alla Gazzetta dello Sport: Sulla nostra relazione allenatore-giocatore non ho nulla da dire, anche se all’inizio un paio di situazioni abbiamo dovute risolverle. Ha cercato di fare il suo lavoro, di applicare le sue idee e io credo che ci sia sempre da imparare. Ma non ha funzionato e se doveva rimanere o meno, non lo decido certo io. Posso però dire che tutti hanno provato a fare il massimo e che a Fonseca auguro il meglio. Credo che una spiegazione per tre panchina di fila si possa dare, però a volte gli allenatori fanno così… Era la prima volta che mi succedeva al Milan e ho anche imparata. Se mi ricapiterà, sarà più consapevole di cosa devo fare ovvero rimanere concentrato, non buttarmi giù o perdere la fiducia in me stesso, che è la cosa più importante per rendere al meglio nel nostro lavoro”.