TAORMINA – C’è anche Taormina nella latitanza di Matteo Messina Denaro, il capo di Cosa Nostra arrestato il 16 gennaio 2023 e poi morto il 25 settembre dello stesso anno per una malattia. Il nome della Perla dello Ionio è riportato nelle 208 pagine di verbale in cui una donna di Campobello di Mazara che sarebbe stata la sua amante nel periodo che ha preceduto la sua cattura, avvenuta dopo quasi 30 anni di latitanza. La notizia è pubblicata dal giornale on line PalermoToday. La donna ha raccontato agli inquirenti gli anni trascorsi insieme al boss Matteo Messina Denaro tra l’ottobre del 2019 e l’aprile del 2022.
Ne viene fuori un quadro di viaggi e lusso, shopping, ristoranti, e misteri. Matteo Messina Denaro, insieme alla donna che lui chiamava “Kokka” sarebbe stato anche a Taormina mentre era uno dei latitanti più ricercati d’Italia e tutti si interrogavano su dove fosse e non vi era nemmeno certezza che fosse ancora vivo.
La donna pensava di frequentare un “medico anestesista”. Così Messina Denaro le aveva nascosto la sua identità e lei sarebbe stata quindi inconsapevole che al suo fianco c’era l’uomo più potente di Cosa Nostra, il latitante al quale tutti davano la “caccia” e che era ormai diventato ben più di una primula rossa, un vero e proprio fantasma.
Messina Denaro si sarebbe presentato come il “dottor Francesco Averna”, sostenendo di essere un ricco medico divorziato e padre di due figlie. Aveva raccontato alla donna che sua moglie lo aveva lasciato e che era stato lui a dover crescere le figlie, tracciando il quadro di un uomo solo e tradito, dedito comunque alla famiglia e al lavoro. Ed è questa l’identità che lo avrebbe accompagnato mentre faceva una vita pubblica senza destare sospetti e frequentava “Kokka”. Ed ecco che Messina Denaro era stato anche a Taormina, come un qualsiasi turista per una gita d’amore, senza che nessuno si sia accorto della sua vera identità.
E poi è andato a Cefalù, concedendosi anche pranzi in ristoranti di Mondello e Sferracavallo, vacanze in resort all’Addaura. Si muoveva con una Fiat 500 e ovviamente evitava condotte sociali tali da destare sospetti.