HomeTurismo & LifestyleLusso, Barletta arriva a Taormina e avverte: "Nell'ospitalità serve una visione manageriale"

Lusso, Barletta arriva a Taormina e avverte: “Nell’ospitalità serve una visione manageriale”

TAORMINA – Paolo Barletta, ceo del Gruppo Barletta, è pronto a sbarcare nell’hotellerie di Taormina dove ha di recente acquistato l’Hotel Villa Diodoro. L’obiettivo dichiarato dell’imprenditore è la trasformazione dello storico e prestigioso albergo taorminese in un albergo a 5 stelle lusso. Nel frattempo Barletta prosegue il suo impegno nell’industria dell’ospitalità in un panorama che lo vede ormai godere di una forte stima da parte degli addetti ai lavori, con una reputazione ai vertici dell’hospitality in ambito nazionale e lo sta proiettando ad alti livelli all’estero. A rafforzare la prospettiva c’è il progetto dei treni di lusso Orient Express La Dolce Vita, promosso dal “suo” Arsenale Group in partnership con Fs e Accor e presentato nel corso del G7 Turismo di Firenze, in vista del “battesimo” che avverrà a gennaio del 2025.

Al Global Summit organizzato dal World Travel and Tourism Council a Perth, nel Western Australia, Paolo Barletta ha partecipato a un panel condotto da Greg O’Hara, chairman del Wttc e fondatore di Certares. In quest’occasione lo ha intervistato L’Agenzia di Viaggi Magazine.

Barletta si è soffermato, in particolare, sui tanti investimenti in atto da parte di varie compagnie, società e fondi, ma anche volti di rilievo dell’economia mondiale, nelle strutture ricettive. «Sì, assistiamo a investimenti da parte di molti Gruppi che non sono necessariamente stranieri e che talvolta passano da altre industrie all’hospitality. Bill Gates ad esempio è socio di maggioranza di Four Seasons, sebbene gli hotel non rientrino tra i suoi interessi primari. Questo accade anche al mercato italiano: capita che società importanti che operano nel settore del fashion, per dirne uno, si convertano aprendosi a tale business. Fa scuola Lvmh, che ha costituito prima Cheval Blanc e poi ha comprato Belmond e investito in Bulgari Hotel».

Il nuovo proprietario dell’Hotel Villa Diodoro di Taormina punta su turismo e viaggi: «Sì, e con Arsenale Spa ci sono anche i treni con l’Orient Express, oltre all’alberghiero. Noi come Gruppo non nasciamo hotelier, ma sviluppatori immobiliari. Ma per una costruzione residenziale, un centro commerciale o un albergo il processo è molto simile. Da qui abbiamo capito l’importanza del patrimonio turistico per il grande mercato italiano e abbiamo concentrato su questo comparto le nostre attività».

“Esistono anche tantissimi italiani capaci di internazionalizzare le loro proprietà. Un esempio su tutti: Borgo Egnazia in Puglia. Qui troviamo ristoranti di vario tipo, orientati perlopiù alla cucina italiana, ma con servizi diversi. Anche a Roma stanno nascendo alberghi, gestiti in alcuni casi da Gruppi italiani, che hanno all’interno più di un ristorante proprio per garantire un’offerta diversificata».

Poi una riflessione che si traduce anche nel monito finale di Barletta: “Chi non investe nel personale, nella formazione, chi non sceglie dei manager con esperienza internazionale perché “tanto le camere si vendono lo stesso”, gestisce un tipo di hotel che non fa innovazione – ha detto Barletta a L’Agenzia di Viaggi Magazine -. E finché si tratta di un due o tre stelle si può anche operare senza avere questa visione internazionale. Ma se si va sul cinque stelle o sull’ultra-lusso, la gestione non si può improvvisare. È un’organizzazione troppo complessa per poterla affrontare senza una visione manageriale».

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