TAORMINA – All’assemblea nazionale di Sud chiama Nord è intervenuto l’esponente del movimento di Cateno De Luca, Carmelo Lo Monte, ex parlamentare e già esponente di Democrazia Cristiana, Partito Popolare Italiano, Democrazia Europea, Unione di Centro, Movimento per le Autonomie, Italia dei Valori, Centro Democratico, Partito Socialista Italiano e Lega.
“Dobbiamo affermare la questione della libertà che De Luca rimarca in ogni slogan e fa bene a fare questa sottolineatura – ha detto Lo Monte -. Non possiamo dare per scontato questo qualcosa che i nostri hanno conquistato e ci hanno regalato, bisogna dare sempre forza a questa libertà e lo abbiamo visto cosa è successo con Navalny, un martire della libertà. In questo momento c’è un regime, la libertà è stata sospesa ed è stato occupato ogni angolo dove si può esprimere un’idea. Non c’è più la cultura sturziana. Dico a De Luca: sei uno statista, hai un animus istituzionale. La politica deve essere sempre un servizio e bisogna servire gli altri, dare una mano e spendersi anche nel volontariato, per gli ultimi, in un contesto che viene spesso mistificato di recente. Dò un mandato in bianco a De Luca per le Europee, ci affidiamo a lui e farò la mia parte. Io e lui abbiamo lo stesso istinto, siamo figli del popolo e abbiamo la leva che ci consente di affrontare la grande difficoltà, senza guardare a nulla e senza fare i conti. Non siamo ragionieri, siamo per affrontarle di petto le questioni”.
“A me lo slogan “meno Europa” non piace molto e lo devo dire – ha aggiunto Lo Monte -. L’Europa era una cosa nobilissima che poi è diventata anche un fatto economico importante, quando tra la metà degli Anni Settanta e poi gli Anni Ottanta, l’Europa aveva 500 milioni di abitanti e rappresentava un sesto della popolazione mondiale. A quel punto l’Europa poteva avere un ruolo importante nel mondo, e lo ha anche avuto. Oggi l’Europa non ha più quei 500 milioni di abitanti e rappresenta un sedicesimo della popolazione mondiale, va modificata e deve essere un’altra Europa. Bisogna prenderne atto e riposizionare l’Europa, che dal punto di vista economico e finanziario oggi può incidere pochissimo. Lo si vede con l’India e con ciò che avverrà con le popolazioni africane. L’Europa ha aperto all’Est e ha pagato un grande prezzo. Sulla questione dell’agricoltura si deve andare a vedere come sono stati spesi i fondi concessi. Come sono stati spesi?”.