HomePoliticaLo Giudice "erede" di De Luca a Taormina: altro indizio pesante

Lo Giudice “erede” di De Luca a Taormina: altro indizio pesante

TAORMINA – Prende forma la possibile candidatura a sindaco di Taormina dell’attuale primo cittadino di Santa Teresa di Riva, Danilo Lo Giudice. Il “pretoriano” di Cateno De Luca dovrebbe chiudere nel 2027 il suo secondo mandato a Santa Teresa di Riva ma il leader di Sud chiama Nord guarda già oltre e lavora ai nuovi equilibri che interesseranno da qui ai prossimi due anni il movimento e i suoi volti più rappresentativi.

A Santa Teresa di Riva tutto va nella direzione di una candidatura a sindaco di Annalisa Miano, vicesindaco che si è meritata sul campo l’opportunità di ambire alla fascia tricolore e si sta proiettando a grandi passi verso le future elezioni Amministrative in cui avrà molte chance di successo. Uscirà di scena, invece, dal palazzo municipale per altre destinazioni Lo Giudice e resta da capire soltanto se lo farà a chiusura di mandato o se, invece, verrà catapultato anzitempo in altre sfide. Tutto dipenderà, evidentemente, dai piani di De Luca, che a sua volta prepara l’exit strategy da Taormina per puntare all’obiettivo dichiarato di un ruolo nel prossimo governo regionale.

Il 2026 dovrebbe essere l’anno delle elezioni Provinciali, con il nome di Lo Giudice che da tempo viene accostato alla presidenza della Città Metropolitana di Messina. Prima di tutto bisognerà vedere quando (aprile?) e come si voterà perché la questione è tornata nuovamente in discussione e non c’è intesa tra Palermo e Roma, ma soprattutto non c’è accordo all’interno del governo Schifani. Nel frattempo De Luca ha messo il “tasto stop” alla stagione della sua corsa solitaria e si avvicina alle “seconde nozze” con il centrodestra: all’altare ci andrà nei prossimi anni ma la via è tracciata. La pax palermitana con Schifani e la trattativa romana con Fratelli d’Italia sono più di due semplici indizi. E qui si arriva all’incastro che diventa un ulteriore snodo del possibile scenario all’orizzonte per Lo Giudice.

De Luca ha già detto e fatto capire a chiare lettere ai prossimi alleati del centrodestra che al Comune di Messina non è in discussione la ricandidatura di Federico Basile. Si va verso un Basile bis senza se e senza ma, e tutto si compirà con relativo sostegno del centrodestra, servirà tempo e una trattativa per arrivarci ma, al netto del gioco delle parti, questa è la soluzione che si prospetta. Il “lasciapassare” del centrodestra per il Comune di Messina arriverà ma molto difficilmente sarà concessa l’accoppiata Comune-Provincia. Ergo: niente presidenza di Palazzo dei Leoni per il prescelto deluchiano Danilo Lo Giudice?

Poco male. De Luca, intanto, potrebbe riportare il “fedelissimo” Lo Giudice all’Ars alle future Regionali dopo la mancata elezione alle scorse Regionali per poi posizionarlo anche alla guida di un Comune della zona. D’altronde ScN è il movimento dei sindaci. E’ chiaro che nella strategia deluchiana i territori sono l’humus immancabile e non si può prescindere dal mosaico delle fasce tricolori in giro per la roccaforte ionica. A Taormina è storia arcinota che De Luca non si ricandiderà e renderà contendibile la sua fascia prima del fine legislatura naturale (2028, ndr) perché nel 2027 si voterà per le Regionali e il parlamentare ha già iniziato a rivolgere i suoi pensieri a quella nuova fase politica. Così la tentazione di posizionare a Taormina il “fedelissimo” Lo Giudice è più di una semplice idea. Non è ancora una scelta definitiva e conteranno anche le valutazioni dell’attuale n.2 del Comune di Taormina, l’esperto del sindaco, Massimo Brocato. Ad oggi sull’ipotesi Lo Giudice-Taormina la parola d’ordine è “negare” o “smentire” che ci sia questa eventualità, per non alimentare “mal di pancia” nelle truppe taorminesi. Ma la possibilità prende quota.

Staffetta De Luca-Lo Giudice atto secondo? A Taormina come a Santa Teresa di Riva la storia si ripeterà? Chissà. Forse si, o magari no. De Luca riflette sapendo di poter cavalcare senza patemi l’onda lunga del “suicidio” totale della politica taorminese che gli ha spalancato le porte nel 2023 e ora gli sta spianando il terreno per portare al governo, in cavalleria, un suo adepto-erede, magari anche un altro candidato “straniero”, stavolta da importare da Santa Teresa. Lo Giudice aspetta le direttive del leader, gradirebbe eccome il bel “regalo” di una candidatura a Taormina e già muove i primi passi per crearsi un suo “zoccolo duro” e farsi un pò di cassa di risonanza da quelle parti. Con buona pace dei pretendenti indigeni alla fascia, i candidati taorminesi di casa De Luca, che inseguono il sogno di essere scelti ma cominciano a temere la beffa di un’invasione di campo. Da Santa Teresa con furore, destinazione Taormina. Dum Romae consulitur, Saguntum expugnatur…

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