HomeParlamentoLa bomba di Renzi: "Accordo tra Meloni e magistratura"

La bomba di Renzi: “Accordo tra Meloni e magistratura”

“Ormai è chiaro: con il Governo Meloni non c’è nessuna deriva autoritaria. È vero: alcuni commentatori dipingono la Presidente del Consiglio come una pericolosa avventuriera che vuole rafforzare il potere del Governo. Magari fosse così! La verità è che la riforma costituzionale del centrodestra fa acqua”. Matteo Renzi torna sulla questione del premierato, lancia nuove bordate al governo Meloni ma soprattutto sgancia la “bomba” sostenendo la tesi di un accordo che, a suo dire, sarebbe stato sancito tra la premier e la magistratura sul testo della riforma per l’elezione diretta del presidente del Consiglio.

“Il testo della Casellati – ha dichiarato il segretario di Italia Viva – è purtroppo un pasticcio nel quale gli estensori si sono persino dimenticati di introdurre la possibilità per il capo del governo di nominare e revocare i ministri, scelta che in un Paese normale sarebbe il minimo sindacale. Ma quale deriva autoritaria! E l’annuncio della riforma ha prodotto un solo effetto: la Meloni ha fatto l’accordo con i magistrati e ha mandato in soffitta quel galantuomo di Carlo Nordio che continua a essere la faccia più spendibile dell’esecutivo e forse proprio per questo la meno adoperata. La Meloni si è inchinata alle correnti della magistratura: prima la riforma costituzionale (aspetta e spera) In attesa della separazione delle carriere dei giudici, Meloni ha interrotto la carriera del Ministro della Giustizia. Contenta lei… La deriva autoritaria esiste solo nei girotondi di certa sinistra”.

“Non c’è nessuna marcia su Roma alle porte. Al massimo la Meloni marcia su Rama. Inteso come Edi Rama, primo ministro albanese e unico vero fratello d’Italia della premier. O forse è Giorgia che ormai è la sorella d’Albania. Quando la Meloni ha un problema, Tirana si fa in quattro per dare mano. E l’Italia ricambia: la campagna promozionale del Governo ha ridotto il turismo da noi ma ha aumentato quello albanese. Bisogna riconoscere che la situazione internazionale non è semplice ma la qualità della squadra di Governo peggiora ulteriormente il quadro. Ci sono dei ministri che sembrano più spaesati di un leone a Ladispoli. Nonostante i proclami di Adolfo Urss l’inflazione picchia duro. Nonostante la diplomazia di Antonio Tajani non tocchiamo palla su nessun dossier internazionale. Nonostante le visioni strategiche del sottosegretario Fazzolari il Governo non porta a casa alcun risultato ma collezione battaglie ideologiche, dai Rave ai Pos, dall’extragettito per le banche al piano Mattei che scopriamo oggi è ancora da scrivere. E dire che Fazzolari secondo la Meloni è la persona più intelligente che lei ha incontrato negli ultimi venticinque anni. Come si dice in questi casi: se lui è quello più intelligente, figuriamoci come sono gli altri”.

“La verità è chi come noi vuol bene al Paese spera sempre che il Governo, di qualunque colore, porti a casa dei risultati per i cittadini. Dopo più di un anno di esecutivo Meloni la Premier fa le dirette con l’accattivante titolo “Gli appunti di Giorgia”. Ma per i risultati non serve un quadernino, basta un foglio bianco. Insomma la prima pagella è arrivata: la Meloni è come quella studentessa che ci mette tanto impegno ma non raggiunge la sufficienza nemmeno copiando. Fratelli, sorelle, cognati d’Italia proprio non funzionano. Brinda solo il compagno albanese, beato lui”.

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