HomeEditorialiItalia scarsa, miliardari svogliati: ridateci la Nazionale di Baggio e Del Piero

Italia scarsa, miliardari svogliati: ridateci la Nazionale di Baggio e Del Piero

ISERLOHN, GERMANY - JUNE 11: Fans and mascot of Italy attend a Italy training session at Hemberg-Stadion on June 11, 2024 in Iserlohn, Germany. (Photo by Claudio Villa/Getty Images for FIGC)

L’Italia che saluta Euro2024 chiude il torneo in Germania con due sconfitte contro Svizzera e Spagna, un pareggio al 98esimo contro la Croazia e una vittoria a fatica con l’Albania. Tre gol fatti, cinque reti subite, mai in vantaggio contro gli avversari: semplicemente un disastro. La sconfitta contro la Svizzera è la naturale giusta conseguenza di un torneo vissuto sempre ad inseguire gli avversari, senza mai mostrare carattere e lucidità, senza qualità e senza cattiveria. Una Nazionale molle e svogliata che ha vissuto soltanto di qualche lampo come quello di Zaccagni e soprattutto delle parate di Donnarumma che ha evitato imbarcate e umiliazioni ancora più brucianti. Oltre la mediocrità neanche il cuore, al di là della modestia nemmeno uno scatto di orgoglio. Gli stessi che oggi straperdono contro la Svizzera sono quelli che tra un mese, di ritorno dalle vacanze, avranno pure la sfacciataggine di chiedere aumenti di ingaggio ai loro club.

Di questa Nazionale si salva soltanto Donnarumma, portierone che ha fatto la sua parte in maniera impaccabile, tutto il resto è una grandinata di insufficienze. Privilegiati a tal punto da uscire da un Europeo senza una lacrima sul viso, spavaldamente freddi e indifferenti, persino avulsi da un senso di delusione che in passato si notava nei volti dei calciatori italiani quando perdevano o uscivano da una competizione così importante.

La Nazionale di Luciano Spalletti è stata un pianto greco, nella spedizione fallimentare in terra di Germania non non ha avuto neanche la decenza di premiare con la determinazione l’affetto della gente che si è riunita nelle piazze, nelle spiagge e nelle case per seguire Euro2024.

Un tempo c’erano i Baggio, Del Piero e Totti, oggi non c’è una parvenza di fuoriclasse in una Nazionale scarsa che ha dei limiti oggetti, chiari e impressionanti e che non ha mostrato niente. Nessuna individualità di spicco e neanche un gioco corale in grado di sopperire alla pochezza di un undici che sembrava in campo solo per onore di firma. Peccato che l’atteggiamento sia stato tutt’altro che onorevole: svogliati, lenti, impacciati, praticamente indecenti. E fanno bene gli italiani, delusi e sconcertati, a parlare di vergogna, perché non c’è altra parola che possa rendere meglio l’idea.

Colpa dei giocatori e responsabilità anche del commissario tecnico, c’è un concorso di colpe e di responsabilità perché farebbe quasi ridere se non ci fosse da piangere nell’ascoltare Luciano Spalletti che non si aggrappa a equivoci tecnici e tattici, ha pure cambiato 4 moduli senza ricavarne un briciolo di svolta e se la prende con il caldo (che c’è per tutti) e con la mancanza di condizione perché si giocano troppe partite (vero ma le giocano in tutti i campionati e tutte le altre Nazionali). Non si può sempre cercare una via di uscita, peggio ancora se lo si fa aggrappandosi a motivazioni che rasentano il ridicolo. Spalletti ha lasciato Napoli da eroe per lo scudetto, un anno dopo la sua storia si ribalta ed è cambiata con uno sprofondo azzurro. Stasera va a casa nel peggiore dei modi e apriti cielo se al suo posto ci fosse stato il Ventura di turno. Un tempo lui e la sua squadra avrebbero preso i pomodori e le uova al rientro in Italia, come accadde a suo tempo alla Nazionale di ritorno dalla Corea.

Di questi tempi i calciatori azzurri avranno pure il beneficio di lasciare la Germania per andarsene immediatamente in vacanza, a fare festa nei paradisi del mondo, andandosene in spiaggia ai Tropici e alle Maldive con il conto in banca pieno di milioni e con tanti saluti ai tifosi italiani che rosicano.

Forse bisognerebbe cominciare a fare una riflessione e cercare di capire perché il valore della Nazionale Italiana è così basso, non ci sono più calciatori di qualità ma soltanto mezze figure che in serie A si esaltano e fanno i fenomeno, poi all’estero deludono e non incidono. Peggio ancora vengono umiliati dalla Svizzera e rischiano di prenderle dall’Albania. Da chi ripartiamo? Quale sarebbe l’identità di questa Nazionale? Dove sono i calciatori italiani in grado di invertire la rotta? Siamo stati eliminati dalle ultime due edizioni del Mondiale, a Euro2024 finiamo senza entrare tra le prime 8 e soccombiamo contro squadre piene di giocatori da dopo-lavoro ferroviario.

Lo sprofondo rischia di essere lungo e doloroso. Al movimento calcistico italiano serve ben altro, una rifondazione seria a partire da una nuova Federcalcio che si liberi dei soliti parrucconi poltronari e che abbia il coraggio di crescere giovani calciatori italiani, mettendo fine allo strazio di club che hanno ormai solo atleti stranieri in Serie A e B, persino in C e pure nella primavera e tra gli allievi e i pulcini. 

Oggi l’Italia è questa, ridateci Baggio, Totti e Del Piero. Clonateli o rimetteteli in campo anche sono pensionati. Per l’Italietta di questi giovanotti zero scuse. Testa bassa e meditare. Solo fischi e pernacchie.

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