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In Sicilia si ricorda il primo disastro aereo, fu nel 1952. Resta il giallo sul numero dei morti

Fu il primo disastro dell’aviazione civile in Sicilia: il quadrimotore inglese Viking si schiantò nel pomeriggio del 16 febbraio 1952 sui monti Sicani vicino a Burgio, un paese dell’entroterra agrigentino che allora contava circa 5 mila abitanti. Oggi sono poco più della metà.

Dopo 70 anni la memoria di quell’incidente sarà rievocata per iniziativa del Comune che collocherà un cippo nel luogo dello schianto e coinvolgerà gli studenti in altre iniziative alle quali parteciperanno alcuni familiari delle vittime. Non ci furono sopravvissuti e, dopo tanti anni, resta il giallo del numero delle vittime. L’elenco ufficiale indicava 26 passeggeri (tra cui cinque bambini) e cinque componenti dell’equipaggio. Ma le cronache del tempo parlavano di 34 corpi recuperati e riportati in Gran Bretagna. È rimasto il dubbio che tre dei passeggeri viaggiassero sotto copertura.

L’aereo era decollato dall’aeroporto di Bovingdon, in Inghilterra, e aveva fatto scalo a Nizza. Nel piano di volo era previsto un altro scalo a Malta (che non ci fu) e la destinazione finale a Nairobi, in Kenia. I passeggeri erano soprattutto familiari di militari britannici e lo staff di un nuovo aeroporto aperto dagli inglesi a Entebbe, in Uganda. C’erano anche francesi, olandesi e un ingegnere italiano. La causa del disastro è stata attribuita a un errore umano: il pilota non avrebbe mantenuto una quota di sicurezza e, in condizioni climatiche avverse, non avrebbe rilevato uno scostamento dell’angolo di traiettoria.

Quindi l’impatto fatale sul monte Serra del Biondo a 1138 metri di altezza. Le squadre di soccorso dovettero affrontare difficoltà di manovra per la precarietà delle strade e ritrovarono i rottami dell’aereo su una coltre di neve. Alle cerimonie per il ricordo, che si terranno in primavera, dovrebbero intervenire i figli di Marguarite Preston morta con un altro figlioletto, Adrian di sette anni. Nigel Preston e la sorella Dea si salvarono perché erano rimasti a Londra. Poi Nigel si trasferì in Australia, dove è diventato un affermato biologo marino, e Dea vive ora in Nuova Zelanda. Ma si stanno cercando altri familiari delle vittime.

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