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Il “Mental Divide”

Mi piace ritornare ed insistere su un argomento che mi sta molto a cuore: l’arretratezza tecnologica che, a conti fatti, è solo la “punta dell’iceberg” di un’arretratezza ancor prima mentale che delle tecnologie, proprio perché è il modo di agire concreto e pratico che va modificato prima di prendersela con la vetustà tecnologia ed infrastrutturale.

Il mix perfetto di questa mia affermazione trova pratico riscontro in ciò che mi appresto a raccontarvi: il mio operatore (non faccio nomi) si è degnato, dopo l’ennesima disdetta da parte mia, di portare la Fibra fino all’appartamento, dopo appena tredici anni. Chiariamo meglio: la connessione era ancora una vecchia tipologia “misto Fibra Rame”, e non andata, logicamente, oltre i 100 Mega. Le mie rimostranze in merito sono diventate sempre più accese, soprattutto considerando che ero rimasto l’unico in tutto lo stabile a non navigare ad 1 Giga e che l’operatore in questione ha sempre continuato ad accampare la stessa scusa, ovvero che “non possono certo fare l’operazione di passaggio a Fibra solo per me! Devo prima essere distaccato dalla centrale bla bla bla”, ed altre amenità totalmente assurde visto che, come potrà confermarvi chiunque abbia un minimo di esperienza, la Fibra non è legata per niente alla centrale, ma al cassetto di strada. Evidentemente, questa volta, le mie rimostranze sono state recepite da un operatore di buona volontà che ha avviato il passaggio a Fibra, smentendo la stessa azienda, visto che, nel concreto, non c’è stato nessunissimo distacco dalla centrale ma solamente la posa di un cavo proveniente dall’esterno, come ho cercato, disperatamente e più volte, di far comprendere all’operatore in questione.

Già questo vi fa capire lo stato attuale delle cose, ma continuiamo il racconto: arrivano, puntualissimi, due gentili signori di una ditta d’impianti incaricata dall’operatore, ed iniziano tutti i loro lavori. Giacché ho sempre il massimo rispetto verso chi lavora, penso bene di aiutare quei due poveracci, stanchi da una giornata di fuoco ed in maniche di camicia in mezzo alla corrente gelida, e loro sembrano apprezzare la mia poca, ma onesta, collaborazione ai lavori, per quel che potevo che potevo fare e che mi era permesso di fare (giusto tirare un filo, passare un trapano od un cacciavite, cose semplici, insomma, ma che fanno la differenza, e che loro stessi hanno realmente apprezzato!)

Parlando del più e del meno, il discorso cade sul mio mestiere, e una frase mi lascia perplesso: “guarda, tu ne capisci sicuramente più di noi! Noi siamo, semplicemente, impiantisti, non ci occupiamo di Server, Indirizzi IP e cose simili!”

Adesso: è sacrosanto che ognuno si specializzi nel proprio mestiere, per carità, ma non riesco a comprendere perché si punti così poco alla formazione del personale, che, tra le altre cose, è sempre più avanti con l’età. Non so se avete letto – è notizia proprio di qualche giorno fa – che, ad esempio, oltre il 78% degli oltre cinquemila dipendenti comunali di Palermo ha più di 50 anni, e per questo motivo risulta meno incline al processo di innovazione e al recepimento di nuovi linguaggi informatici. Ci rendiamo conto? Ci sono pochissimi giovani, e i “dinosauri” sono molto avanti con l’età e per niente inclini alla formazione e all’informatizzazione più avanzata. Lo trovo inaccettabile: tornando ai nostri due impiantisti, ad esempio, loro stessi hanno avuto delle difficoltà nei settaggi più tecnici lato “software”, tanto da demandare tutto ad un call center che ha fatto ogni operazione da remoto. È la prassi, per carità, ma contemporaneamente è un “buco formativo e professionale”: chi ti porta la fibra a casa, oltre ad intendersi della parte hardware, dovrebbe, secondo me, intendersi – magari un minimo – anche della parte software, della gestione “pratica” vera e propria, esattamente come i nostri dipendenti comunali avanti con l’età!

Guardate che non scherzo se dico che conosco persone che lavorano in Pubbliche Amministrazioni e non sanno nemmeno cosa sia Word e come si usi: se chiedi loro il perché, ti dicono “ma chi mi cunti a mmia! Io lavoro all’antica, non con il computer! Tanto, tra qualche anno me ne vado in pensione, chi mi cancia a mmia!”

Ed ecco dove sta il cortocircuito: una forma mentis arcaica che rimane ancora viva all’interno di tante e troppe Pubbliche Amministrazioni, a loro volta vittime del mancato ricambio generazionale, che permetterebbe, attraverso assunzioni, di immettere in ruolo giovani con conoscenze mirate, specifiche e dimostrabili, a tutto vantaggio non solo delle tempistiche di evasione delle pratiche, ma anche di interi comportanti economici! Immaginate di far utilizzare ad una persona che non sa nemmeno cosa sia Word una qualsiasi suite open source e gratuita: non appena ti presenti con la parola open source, devi già ringraziare se non ti tirano in testa uno schedario! Dopodiché comincia la trafila del “sì, ma io un ma firu! Come si salva sto file? Ma lo devo salvare come PDF oppure RTF? Come si cambia il font? E come lo metto PIU GRANDE?”, ed altri discorsi che – lo dico con grande franchezza – nel 2022 non dovrebbero esistere nemmeno!

E allora, davvero: prima di prendervela con il progresso, con le cose che non vanno, con le infrastrutture vetuste, guardatevi allo specchio, ed assicuratevi di non essere voi stessi parte del problema. E solo successivamente, se avete le carte in regola per farlo, lamentatevi, altrimenti chiudetevi in un più onorevole silenzio. Decisamente, fate tutti una figura migliore!

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