TAORMINA – Ad un anno dalle elezioni che hanno decretato in maniera netta la maggioranza di governo e soprattutto hanno indicato con percentuali bulgare il sindaco della città, Taormina è la città dei paradossi. I consensi del primo cittadino sono scesi, crollati, dal 65% al 37% e questo raccontano i numeri al netto di tutte le tarantelle sull’attendibilità delle Europee, ma a dispetto di quell’appassionato moto popolare di entusiasmo che si è praticamente squagliato, l’Amministrazione può comunque dormire sonni tranquilli e sin qui non esiste nessun motivo di preoccupazione al palazzo municipale.
In fondo, il voto stesso delle Europee e l’astensionismo galoppante sono stati entrambi espressione di un segnale di protesta rispetto ad un anno di legislatura (o consiliatura, fate voi) caratterizzato dalle ripetute assenze del sindaco per altri impegni e le sue distrazioni su altri fronti politici. Le urne hanno raccontato la delusione della gente rispetto al desiderio di cambiamento dei taorminesi, ma allo stesso non c’è stata una migrazione altrove del consenso anche perché un’opposizione oggi a Taormina non esiste e non si intravede all’orizzonte. Non la troverebbero nemmeno i nipoti dei Ghostbusters.
Gli oppositori continuano a riunirsi, pensando o immaginando come imbastire una proposta politica alternativa ma lo scenario è di una noia totale. Il discorso cade sempre sul ritornello della parola “candidatura”. C’è chi la pronuncia, chi giochicchia e non lo ammette anche se poi ce l’ha scritto in fronte a lettere cubitali. I soliti veti e fatti personali fanno il resto.
Addirittura, a quanto risulta, si racconta che pochi giorni fa in un convivio politico uno dei papabili candidati a sindaco degli oppositori paesani si sia lanciato in un’intrepida riflessione. “Non avete capito che la prossima volta De Luca e il suo candidato lo batte anche il gatto della mia vicina di casa se lo candidiamo”. Insomma parole che si commentano da sole e la dicono lunga sul clima. Qualcun altro ha pure azzardato un borsino dei voti che si sarebbero spostati da una parte all’altra. Riflessioni che sintetizzano lo sprofondo politico e la confusione ma ancora peggio l’illusione che regna sovrana nel pianeta anti-deluchiano.
E’ vero che a Taormina il futuro candidato sindaco di questa Amministrazione non sarà più De Luca ed è chiaro che non sarà mai la stessa cosa, ma dall’altra parte non se la passano meglio. Anzi, ad oggi se i nomi dell’alternativa di governo sono quelli che circolano e l’approccio è quello del solito minestrone, è meglio che non perdano tempo e che se ne stiano a casa a farsi fare uno Spritz con la frittata di nonna Rosalinda.