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Hotel, Italia prima in Europa e Taormina nella top 10 nazionale ma il turismo italiano è sempre più marginale

L’Italia è sempre più un Paese improntato sul turismo, con un “portfolio” di alberghi che cresce ed è diventato il più vasto in Europa. Lo ha rivelato Italy Hotels & Chains Report 2024 di Horwath Htl, che ha monitorato in Italia un totale di 32.400 hotel (su dati Eurostat 2022), il numero di hotel più ampio nel Vecchio Continente, seguito da Germania con 30.600 hotel, Spagna (19.700) e Francia (17.100).

Facendo una segmentazione per dimensioni, è la Spagna ad avere gli alberghi più grandi, con una media di 48,1 stanze per hotel, seguita da Francia con 38,3 chiavi a struttura e dall’Italia con 33,4 stanze in media per albergo. L’ultima è la Germania, caratterizzata quindi da un’ospitalità di minori dimensioni (32,3 stanze per hotel).

Ma il mercato interno non è al momento un elemento trainante. Non lo è, ad esempio, in una realtà come Taormina, che rientra nelle top 10 nazionale dell’hotellerie ed è leader del movimento turistico al Sud, disponendo in attività di 6.621 posti letto nel settore degli hotel, ed inoltre 7.200 posti letto extra alberghieri. Ciò per un totale dei 13.800 posti letto turistici a Taormina, di cui il 49% è in hotel e il 51% nell’extra alberghiero

E, tuttavia, nella Perla dello Ionio l’85% dei flussi che si registrano nel panorama alberghiero ed extralberghiero è proveniente dall’estero e soltanto il 15% circa concerne turisti italiani. Un dato che non cresce e che rimane del tutto stagnante, facendo del turismo made in Italy una presenza praticamente marginale, ai limiti dell’irrilevante, nelle dinamiche economiche e strategiche del territorio. Il trend è analogo in altre località turistiche del Bel Paese. Tanti italiani preferiscono la vacanza all’estero e in tal senso incidono anche fattori di non secondario rilievo come i costi per il viaggio e per il soggiorno.

L’Italia sul fronte complessivo degli arrivi si piazza al quarto posto nella classifica continentale per arrivi, con 87,4 milioni di arrivi, con una percentuale inferiore del 2,8% rispetto al 2019, ultimo anno pre-pandemia, quando si erano contati 97,8 milioni di arrivi. Il movimento straniero rimane, ad ogni modo, largamente dominante e caratterizzante nell’indotto turistico del nostro Paese e più in generale nel Vecchio Continente.

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