TAORMINA – L’hotellerie di lusso in Italia ha ormai due capitali. Da una punta all’altra dello Stivale una domina la scena al Nord e l’altra si è presa la “corona” di destinazione di riferimento al Sud. Milano chiama, Taormina risponde. Il capoluogo lombardo vede aumentare ormai in termini esponenziali il numero degli alberghi a 5 stelle nel proprio territorio ma anche la capitale siciliana del turismo continua la sua corsa in un percorso che la vede alzare l’asticella dell’offerta ricettiva di qualità.
“Nel 2010 – ha fatto sapere Fabio Primerano, presidente di Federalberghi Lombardia – Milano aveva otto hotel di lusso, dopo l’Expo il turismo ha preso il volo e con esso la creazione di nuovi 5 stelle, che adesso sono 31 e tra poco saranno 32. Basti considerare che sono state presentate 640 domande dagli albergatori per un bando da 80 milioni di euro emesso dalla Regione l’anno scorso per riqualificare gli hotel. Ne hanno goduto 200 strutture e tra poco verrà emesso un nuovo bando”.
Milano tocca quota 32 alberghi di lusso ma Taormina fa la sua parte e – in proporzione – non trova rivali nel Mezzogiorno. Non occorre ricordare che Milano può vantare Un milione 400 mila abitanti, Taormina non è una metropoli ma soltanto un piccolo centro di 11 mila abitanti. E proprio per questo assume una valenza significativa la crescita importante che continua ad interessare l’hotellerie della Perla dello Ionio.
Se Milano ha accelerato dopo l’Expo, Taormina ha cambiato passo con il G7 del 2017 e sta andando avanti sull’onda lunga di quell’evento storico, con l’ulteriore spinta connessa di altri fenomeni più recenti, come il successo planetario della serie tv The White Lotus girata qui. Taormina continua a catalizzare l’attenzione dei grandi investitori, ha superato Capri e ora non si ferma. La località siciliana mette in campo ad oggi, 11 hotel di lusso, che diventeranno almeno 13 nel 2027. E’ già in agenda l’ingresso nel “club” dei 5 stelle dell’Hotel Villa Diodoro, nel 2024 acquistato dal Gruppo Barletta guidato dall’imprenditore romano Paolo Barletta, e che a breve comincerà ad essere ristrutturato. Sono già in corso invece i lavori per il gran rilancio dell’Hotel Miramare, dove c’è stato lo sbarco del brand Kimpton, che fa capo al gruppo Ihg Hotels&Resorts.
Ma il quadro che si prospetta nella cittadina ionica sul fronte dell’hospitality di lusso è ancora più interessante. Taormina, da qui al 2030, potrebbe addirittura proiettarsi verso uno scenario clamoroso, in grado di vederla non distante dalla quota dei 20 hotel a 5 stelle disponibili in città. Molto più di una semplice ipotesi.
Questo è lo scenario concreto che si delinea all’orizzonte, tenendo conto delle strategie concernenti possibili cambi di proprietà e delle dinamiche connesse ai relativi risvolti di carattere immobiliare ed economico-finanziario che – stando ad una indagine di TN24 – vedono l’opportunità reale per almeno 6 o 7 strutture di cambiare proprietà ed entrare nell’orbita del lusso. Ciò determinerebbe un upgrade in termini di ristrutturazione e ammodernamento per l’innalzamento dell’offerta al pubblico e della competitività sul mercato.
Come evidenziato a suo tempo da un report dell’Associazione Albergatori Taormina, la Perla dello Ionio sin qui ha in attività 6.621 posti letto nel settore degli hotel, mentre i posti letto extra alberghieri stimati su Taormina sono oltre 7.200. Sul totale dei 13.800 posti letto turistici di Taormina il 49% è in hotel e il 51% nell’extra alberghiero. Non ci sono, evidentemente, particolari margini di incremento del numero di posti letto in vista dei prossimi anni perché il territorio è quello ed è ormai saturo. Da quel punto di vista tutto quello che c’era da poter fare in termini è stato già fatto (ed oltre), ma la crescita in agenda riguarderà anche e soprattutto il livello qualitativo dell’esistente, nell’ottica di una riqualificazione complessiva.
Per molti versi Taormina sta andando incontro alla sfida ineludibile di doversi adeguare ad un mercato internazionale sempre più esigente, con la concorrenza che aumenta, continua a correre e non aspetta. Ma nonostante tutto, anche andando al di là dei propri limiti oggettivi, Taormina tiene il passo (per merito della sua filiera) e la destinazione si conferma un attrattore di tanti interessi.