HomeTurismo & LifestyleGli italiani snobbano Taormina e scelgono l'Albania

Gli italiani snobbano Taormina e scelgono l’Albania

I dati turistici sul primo semestre 2024 a Taormina confermano un buon trend complessivo con la capitale del turismo siciliano che tiene il passo rispetto al precedente anno da record ma fa segnare un 3,3% in meno di presenze. Una leggera flessione riconducibile al crollo, con il -14%, delle presenze – già poche – di vacanzieri italiani da queste parti.

Ma dove vanno adesso gli italiani che prima sceglievano le mete vacanziere del Bel Paese? In molti scelgono, in particolare, l’Albania, dove si è registrata anche questa estate la presenza massiccia di italiani. Non solo loro ma anche turisti tedeschi, svizzeri e dall’Est Europa. Negli ultimi 5 anni oltre 2,5 milioni di turisti italiani hanno visitato l’Albania, con un incremento dei flussi del 72% a partire dal 2021. E’ un boom inatteso, impensabile sino a qualche anno fa ma nei fatti è così.

L’Albania ha chiuso la stagione estiva facendo segnare tante presenze ma anche un aumento dei prezzi dei servizi, addirittura del 90% rispetto a un anno fa. Eppure i turisti continuano ad arrivare, scelgono le spiagge di Durazzo e Golem, e la zona di Valona, considerando comunque i costi più accessibili e abbordabili rispetto a quelli di luoghi come l’Italia, specie a giugno, luglio e settembre. Tra giugno e agosto sono transitati dall’aeroporto internazionale di Tirana 3 milioni e mezzo di passeggeri, con un aumento del 48% rispetto allo stesso periodo del 2023. Di questi 1,35 milioni hanno volato tra l’Italia e l’Albania, +47% rispetto a un anno fa, ed è un dato che dovrebbe fare riflettere. Dal 1 gennaio al 10 settembre scorso in Albania hanno contato 7,6 milioni di passeggeri, superando già i numeri dell’intero 2023 e alla fine dell’anno si pensa di chiudere con 10,5 milioni.

Le tariffe lievitano e in Albania d’altronde c’è chi è riuscito negli anni scorsi a fare una settimana in un hotel 4 stelle (con prima colazione) a 80 euro. Ma i prezzi rimangono competitivi ed è una concorrenza inattesa ma che concorre a ridurre le già poche presenze degli italiani nelle destinazioni vacanzieri del nostro Paese.

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