HomeEditorialiGerardina Trovato torna e commuove, diamole un palco anche a Taormina

Gerardina Trovato torna e commuove, diamole un palco anche a Taormina

“Non mi abbandonate, voi siete la mia forza”. Così, con queste parole, dopo anni di oblio e di infinite vicissitudini, personali e economiche e lutti, è tornata nei giorni scorsi a far parlare di sé Gerardina Trovato. Molti la ricorderanno, i più giovani no. E’ la cantautrice catanese che nel 1993 si affermò al Festival di Sanremo classificandosi al secondo posto, alle spalle di una giovane di nome Laura Pausini che cantava allora “La solitudine” e prenderà poi il volo verso una carriera straordinaria. La Trovato era un astro nascente della musica. Il talento, l’energia e il sorriso avevano spinto quella ragazza, allora 26enne, verso un successo insperato e tuttavia meritato, con la forza della gavetta. Era una stagione della vita in cui Gerardina si portava come spalla in giro per i palcoscenici italiani un talento di nome Andrea Bocelli. “Ma non ho più la mia città” era diventato un brano tra i più cantati e conosciuti dagli italiani. A Sanremo la Trovato tornerà altre due volte, sempre apprezzata dal pubblico.

Poi all’improvviso tutto è cambiato, la morte del padre nel 2006 ha segnato l’inizio di un viaggio crudele nell’abisso. Dalla gioia del successo agli inferi della disgrazia. Gerardina è scomparsa dai radar della musica ed è sprofondata in un baratro senza fine. Il destino gli ha voltato le spalle, il mondo le è crollato addosso. “Ho una nevrosi ossessiva depressiva molto brutta”, rivelò nel 2016. Conflitti familiari, la depressione, i farmaci e le persone che l’hanno abbandonata: “Sono stata una cavia da laboratorio per gli psichiatri. Avevo l’ansia e loro non facevano altro che darmi calmanti e pillole. Uno mi prescrisse anche il litio, un elemento chimico che se assunto male provoca grandi danni. Mi hanno ridotta malissimo. Io avrò fatto tutti gli errori di questo mondo, ma li ho pagati. Anche altri artisti non sono stati dei santi, ma i loro manager non li hanno mollati. Io, invece, sono stata abbandonata”.

Adesso, dopo tanti anni di enormi difficoltà rieccola Gerardina. E’ riapparsa, in particolare in due video. Il primo filmato in cui si esibisce alla festa patronale di Marianopoli, a Caltanissetta, di nuovo in pubblico. Canta e si commuove nel riassaporare il calore della gente che la acclama e nel risentire la folla che la applaude. E poi un video in cui l’artista ringrazia per l’ondata improvvisa di affetto che l’ha travolta sui social.

Fa impressione, commuove, il video postato da Gerardina Trovato in cui sgrana gli occhi, emozionata e sorridente, ed esclama: “Ciao amici, Tik Tok che bel nome. Sono Gerardina Trovato, a casa. Io ho sempre pensato che quello che conta è la gente e noi non saremmo niente se non ci foste voi. Non mi abbandonate, diventate sempre di più perché siete la mia forza”.

Gerardina Trovato prova a riprendersi la vita e a dire la sua dentro un mondo che corre veloce ed è cambiato, e che oggi parla un’altra lingua ma che forse può ancora darle un’altra chance. Lo sbarco su Tik Tok è idealmente un passo in avanti ma anche un salto all’indietro, un tuffo nella gioventù che l’aveva resa celebre. Ora, paradossalmente, quegli stessi ragazzi e le ragazze che nel 1993 non erano nati o erano troppo piccoli/e, stanno scoprendo Gerardina e la sua storia. E l’inattesa accoglienza nel social – Tik Tok – che per eccellenza appartiene ai più giovani, e dove conta già oltre 75 mila follower, è un ponte che congiunge le stagioni della vita di Gerardina. E’ la molla che può portare questa ex ragazza prodigio fuori dagli inferi, di nuovo in una vita normale.

Lo sguardo di Gerardina stringe la grande voglia di tornare protagonista, nel suo sorriso carico di dignità c’è il bivio di chi non ha smesso di sentirsi un’artista ma soprattutto la forte speranza di una donna che vuole lasciarsi alle spalle il macigno delle sofferenze. E’ caduta e si sta rialzando, vuole ribaltare il suo destino, ancora una volta. Merita rispetto e considerazione.

L’affetto ritrovato della gente può diventare il tasto per accendere la trama del ritorno alla vita di Gerardina Trovato. In questa fase si sta esibendo in alcuni piccoli comuni siciliani. Il suo sogno è quello di tornare sul palcoscenico dell’Ariston, a Sanremo, ma la strada è lunga. Ed è un pò come la parabola di un calciatore famoso che dopo un brutto infortunio deve pazientare, faticare, allenarsi per riprendersi e tornare in campo. La sofferenza, quella vera, lei l’ha conosciuta. La Trovato se l’è scolpita sulla pelle, ce l’ha impressa nella carne e nell’anima. Così, in questo momento, anche un palco di periferia può dare a quest’artista serenità e gioia, fortificare l’equilibrio interiore di cui necessita. Il “carburante” emotivo del consenso popolare a volte più di tutto il resto dà un senso alle vicende dei comuni mortali.

La speranza è quella che anche il Comune di Taormina, città dove Gerardina Trovato veniva spesso in gioventù, possa fare la sua parte e valutare l’opportunità di dare una mano alla cantante catanese. Come? Magari invitandola a venire qui e ad esibirsi tra le serate di “Un palco per tutti”. Una piccola grande ribalta rappresenterebbe il gesto nobile, l’abbraccio e la spinta di una comunità. Taormina non è Sanremo ma è pur sempre la città più bella e più conosciuta della Sicilia agli occhi del mondo, da sempre ideale crocevia senza confini di tanti destini e altrettante storie. Il tentativo di questo ritorno alla musica e alla vita forse passa anche da qui. Non serve un teatro da migliaia di spettatori, possono bastare poche decine di persone che abbiano voglia di ascoltare, sorridere e incoraggiare Gerardina, emozionarsi con lei e per lei. Testimoniarle sostegno, incoraggiamento.

Gerardina Trovato è parte della nostra amata terra di Sicilia. E’ una figlia di Catania, tra la sua città e Taormina c’è sempre stato un feeling molto speciale e questa può essere un’occasione per rinverdire quel senso di fratellanza tra le due comunità. Nella frenesia di questo tempo c’è bisogno di fare una cosa buona e dare un segno di solidarietà vera. E’ una chiamata al senso di umanità che ci riguarda tutti. A maggior ragione bisogna metterci il cuore e la faccia con chi ha smarrito se stesso e ora insegue una rinascita.

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