HomeEditorialiGattuso Ct è lo specchio perfetto dell'Italia: più fallisci, più vai avanti

Gattuso Ct è lo specchio perfetto dell’Italia: più fallisci, più vai avanti

L’Italia è una Repubblica fondata sul merito. Se qualcuno aveva dei dubbi la sentenza inequivocabile è arrivata domenica 15 giugno 2025 con la nomina di Gennaro, Rino, Ringhio, Gattuso, a Commissario Tecnico della Nazionale Italiana. Dopo due mancate partecipazioni al Mondiale e con lo spettro incombente del tris, a chi poteva mai rivolgersi la Figc nel disperato tentativo di salvare l’Italia calcistica? A Rino Gattuso. Campione del Mondo con la Nazionale nel 2006 e straordinario lottatore nella mediana del Milan degli anni d’oro. Poi c’è la carriera da allenatore ed è tutta un’altra storia.

La grinta e la carica agonistica non si discutono, le qualità umane nemmeno, Gattuso è uomo vero, gli attributi e la sua onestà intellettuale li ha dimostrati in più occasioni, anche rinunciando ai soldi. La parabola da allenatore, come detto, è tutto un altro capitolo. Pieno di fallimenti in successione.

Al Milan nel 2019 manca per un punto la qualificazione alla UEFA Champions League e due giorni dopo la fine del campionato la società comunica la rescissione consensuale del contratto con il tecnico. Nel 2019 va al Napoli, dove vince una Coppa Italia nella primavera 2020, al termine della drammatica fase di pandemia, ma l’anno successivo manca la qualificazione alla Champions League ed il presidente Aurelio De Laurentiis non gli rinnova il contratto.

Il 25 maggio 2021 diventa l’allenatore della Fiorentina ma, un mese dopo, il 17 giugno il club e l’allenatore decidono di sciogliere l’accordo prima dell’entrata in vigore del contratto.

Nel giugno 2022 va in Spagna, al Valencia: finirà la Liga al 14º posto in classifica, a una sola lunghezza dalla zona retrocessione, avendo raccolto 20 punti in 18 gare di campionato, con una sola partita vinta nelle ultime dieci. E anche qui scorrono i titoli di coda sull’esperienza in terra iberica. Nel settembre 2023 sbarca in Francia, al Marsiglia. Ma il 20 febbraio 2024 viene esonerato in seguito alla sconfitta subita contro il Brest, con la squadra al nono posto in campionato, avendo raccolto 21 punti in 16 gare.

Infine l’approdo all’Hajduk Spalato, in Croazia, nel giugno 2024. Un anno dopo, nel giugno 2025, rescinde consensualmente il proprio contratto con il club spalatino, dopo aver concluso il campionato al terzo posto. Nel percorso, agli inizi, da ricordare anche l’esonero a Palermo dopo 6 giornate e le dimissioni all’Ofi Creta, nella parentesi a Cipro.

Insomma il Gattuso calciatore non si discute, il Gattuso allenatore è impietosamente una tristezza. Eppure la Figc lo ha ingaggiato e lo pagherà per stare in panchina e arrivare ad una quadra già difficile di suo da trovare. Non andrà in campo Ringhio, come ai bei tempi, quando probabilmente il suo sguardo feroce e la sua “cazzimma” sarebbero bastati a svegliare quegli azzurri che stanno confezionando un altro disastro.

Il Gattuso allenatore è la sintesi perfetta dell’Italia dei paradossi, che manda avanti chi non ha dimostrato di essere all’altezza del compito e semmai ma gode di simpatie e trascorsi importanti che ne legittimano la scelta di una posizione di responsabilità. Una sequenza impressionante di fallimenti non ha scalfito la volontà del presidente della Figc, Gabriele Gravina, di scegliere Gattuso con una valutazione i cui contorni dell’assurdo vanno oltre le dinamiche del pallone. Si racconta che, alla fine della fiera, Gattuso lo abbia scelto Gigi Buffon, grande portiere ma dirigente sin qui non pervenuto. “Gattuso è la migliore scelta possibile per la Nazionale”, rassicura Buffon. Basterà quel che resta del furore agonistico di Ringhio? Speriamo di sì ma non ne siamo convinti. Fare peggio di Luciano Spalletti sarà difficile, ci si augura che Gattuso non voglia percorrere quella strada.

Se ci fosse Gigi Marzullo chiederebbe a Gattuso: “Ma lei perché si ostina a fare l’allenatore? Come fa a collezionare esoneri e ad avere nuove opportunità di prestigio?”. A Gravina basterebbe domandare: “Ma lei il curriculum di Gattuso allenatore lo ha visto, lo ha letto o lo ha interpretato a modo suo? Pensa davvero che possa essere la figura giusta per resuscitare i calciatori o lo ritiene perfetto per completare lo sfascio di una Nazionale che sta per farsi prendere a pomodori dagli italiani?”.

Una cosa è certa: Gattuso replicherà la sua formula motivazionale preferita, il tentativo di inoculare nella squadra azzurra il “veleno”. Il rischio è che a rimanere avvelenati e intossicati rimangano, di nuovo, quei milioni di tifosi che vedono all’orizzonte l’ennesima eliminazione dal Mondiale.

ARTICOLI CORRELATI

POTREBBE INTERESSARTI

SEGUICI SUI NOSTRI SOCIAL

35,880FansMi piace
14,200FollowerSegui