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Forza Italia verso la rivoluzione, il summit che cambia tutto: i Berlusconi puntano su Occhiuto e i giovani

La famiglia Berlusconi prepara la sterzata al futuro di Forza Italia e le prime grandi manovre, lontane dal clamore dei riflettori, sarebbero già iniziate. Come rivelato da Giulio Ucciero su Huffington Post i figli di Silvio Berlusconi, Marina e Pier Silvio, si sarebbero posti due obiettivi: “Svecchiare il partito e incidere di più nella destra di Meloni con proposte più liberali”. Per questo sarebbe partita una fase propedeutica a portare ad una nuova guida di FI, declinando la volontà dei Berlusconi di puntare su una nuova classe dirigente di 50enni e 40enni in grado di prendere in mano il partito e rilanciare la sfida rispetto alle percentuali che inchiodano sin qui gli azzurri nei sondaggi al 9%.

I Berlusconi “sognano” (e già lavorano a) una Forza Italia che possa tornare stabilmente in doppia cifra e riavvicinarsi a Fratelli d’Italia, oggi primo partito – a distanza siderale – della coalizione di centrodestra e del quadro nazionale, al 30%.

L’uomo dal profilo liberale a cui potrebbero essere affidate le chiavi della new era di Forza Italia potrebbe essere Roberto Occhiuto, governatore della Calabria. Le Politiche del 2027 (ammesso che Giorgia Meloni non voglia portare gli italiani al voto prima) non sono così lontane e FI ha bisogno di rifarsi il trucco per arrivare competitiva a quell’appuntamento, che potrebbe di nuovo coincidere con altre scadenze cruciali come le Regionali in Sicilia, dove anche lì FI punterà ad esprimere la candidatura del centrodestra ma il bis di Renato Schifani è un’opzione che, al netto delle rassicurazioni di Tajani, non è per niente scontata ed il copione che si potrebbe ripetere è quello del 2022, quando il “meloniano” Nello Musumeci fu stoppato dagli alleati (e poi riposizionato a Roma) e venne lanciato in pista un altro candidato. Ma questo è un altro capitolo della storia. Prima c’è da vedere in che direzione andrà la partita nazionale.

“Qui in Calabria ho la Lega con me e faccio il liberale lo stesso”. Gongolava così, a inizio novembre, Roberto Occhiuto. Incassata la vittoria “sacrosanta e liberale” sui taxi, quindi contro i lacciuoli su Ncc stretti da Matteo Salvini, esultava sventolando quello che pareva già un manifesto. Del governatore calabrese si parla tanto in Parlamento. E non più sottovoce. Il forzista, rieletto dopo un azzardo tutto politico, non smania. Convegni, iniziative regionali, incontri milanesi e amici romani lavorano per lui”. Così si legge su HuffPost, che svela la prospettiva non troppo segreta di una scalata al vertice di FI del rieletto presidente della Calabria, dimissionario dopo essere finito nel mirino di una vicenda giudiziaria e poi nuovamente vincente con una prova di forza.

“I pretoriani di Antonio Tajani – spiega Ucciero – si affrettano a smentire e parlano di “Panna montata”. Simbolo di un certo nervosismo, chiosa l’ala ai margini dell’attuale classe dirigente azzurra. Perché i messaggini stanno arrivando “a valanga”. Prima, il ricevimento a casa Berlusconi, rivelato da AdnKronos: un mese fa, Occhiuto è stato accolto dalla primogenita del Cav. Un incontro da cui è trapelato poco, ma l’urgenza di una svolta liberale per il partito è un refrain degli ultimi anni, come nota è la stima di Marina Berlusconi per Occhiuto”.

“Che sia lui il volto giusto per guidare in futuro Forza Italia rimane solo una suggestione. Almeno per ora. Vero è che più parlamentari notano crescenti frequentazioni romane. Contatti, nuovi ponti, magari solo necessità regionali. Qualcosa è però cambiato con la notizia del convegno, che sa già di correntone. Il 17 dicembre Occhiuto sarà l’ospite d’onore in un luogo simbolo del berlusconismo, Palazzo Grazioli. Location non banale, come il titolo del panel: “In libertà. Pensieri liberali per l’Italia”. Una tela tessuta da Andrea Ruggieri, ex parlamentare azzurro e volto tv, di solito accomodato nel salotto di Rete 4. Con lui, anche Nicola Porro e l’ad di Tim, Pietro Labriola, ma il parterre è ancora aperto”.

“Ruggieri non cerca “adunate di popolo”, altrimenti “avrei scelto un luogo ben più capiente”. Insomma, è “solo un convegno su un’Italia poco per giovani, con produttività e salari fermi al palo da decenni, e una traiettoria anagrafica sfavorevole”. L’indirizzo è chiaro: serve un “nuovo liberalismo aggiornato ai tempi odierni”. Perché nonostante FI sia al governo le parole d’ordine per un liberale appartengono a un vocabolario “secondo me un po’ dimenticato”. Per incarnare certi valori “l’unico” venuto in mente agli organizzatori è appunto “Roberto Occhiuto”. Non è una trovata correntizia, ma l’ambizione di Occhiuto è nota. Si gonfiano i retroscena. Le sue quotazioni sono in ascesa dopo la vittoria calabra. Indagato, il presidente in carica ha annunciato prima le dimissioni e poi la ricandidatura. Un contropiede, che ha spiazzato magistrati e sinistra e che lo ha portato a un nuovo trionfo con il 57% dei voti, di cui il 13% dalla sua lista personale”.

““Finalmente aria nuova”, esulta chi vede nell’agitazione attorno a Occhiuto uno spiraglio per il post Tajani. Anche il vicepremier, saldamente alla guida del partito e della pattuglia azzurra alla Camera, ha incontrato Marina. Sempre a Milano, a Corso Venezia. Uno scambio di vedute, una colazione di lavoro prenatalizia con l’intramontabile Gianni Letta, storico braccio destro del Cav. Sono soprattutto le battaglie care al berlusconismo a lanciare Occhiuto. “Roberto su Uber ha fatto capire che si possono fare politiche davvero liberali”, commentano i forzisti. Con una “sacrosanta battaglia liberale”, come la definisce lo stesso Occhiuto, ha rimandato alla Consulta il decreto firmato da Matteo Salvini a difesa dei tassisti e ha avuto la meglio. Una vittoria nel segno del liberalismo e di Uber”.

E allora “non è un segreto che Fininvest voglia svecchiare il cerchio romano attorno a Tajani”. E non sono un caso alcune parole Piersilvio Berlusconi: “Ci vuole anche altro, nel senso di apertura, di visione del futuro”.

Alla “vecchia guardia” verrà chiesto di fare un garbato passo lato e accompagnare la transizione verso un ricambio generazionale in grado di nuovo impulso alle file azzurre. “Il presidente della Calabria vola basso, non dà peso ai rumors. Troppo presto e per svelare le carte non basta la truppa calabrese in Parlamento. Funzionano meglio i gesti, sventolati sempre in antitesi all’appiattimento dei tajanei su FdI e Lega. Azioni che lanciano Occhiuto verso un ruolo nazionale e che non dispiacciono dalle parti di Arcore”.

Insomma la via è tracciata e la svolta forzista è uno scenario che comincia a prendere forma al netto dell’incrollabile volontà della vecchia guardia di non mollare. Ma c’è un tempo per tutto, si sa. Ovunque e comunque.

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