HomeAttualità e CronacaFair play da campione: il taorminese Diego (9 anni) come Ronaldo

Fair play da campione: il taorminese Diego (9 anni) come Ronaldo

Sono trascorsi pochi giorni dall’episodio di fair play in campo che ha riguardato Cristiano Ronaldo nella sfida tra Al Nassr-Persepolis. Prima la caduta in area, poi l’indicazione del dischetto da parte dell’arbitro, e poi il gesto plateale con le mani del portoghese cha ha ammesso di essere caduto in area senza subire fallo. “No penalty”. E nelle stesse ore di quella gara cruciale della fase a gironi di Asian Champions League un analogo gesto di grande sportività si è verificato stavolta in Italia. Protagonista, nel Modenese, un ragazzino di 9 anni. Ad aver dato il buon esempio è stato Diego Parlatore, nato e cresciuto a Taormina, figlio di genitori taorminesi.

«L’onestà di un bimbo vale tanto oro quanto pesa. Durante una partita di calcio Under 10, ho convalidato una rete, ma prima di arrivare a centrocampo per ricominciare, colui che ha segnato mi dice: “Arbitro, quando ho tirato e segnato, la palla era già fuori”. Prontamente ho annullato il gol, ho stretto la manina del bimbo che in quel momento l’ho sentita “immensa”, come la mano dell’onestà». Queste le parole dell’arbitro, Paolo Diazzi, che così ha riassunto al Corriere della Sera questa storia di autentica lealtà sportiva ed il comportamento di Diego Parlatore che assume una valenza fortemente significativa in un calcio dove troppo spesso non c’è spazio per i valori che, invece, questo bambino ha dimostrato di avere e di cui ha dato uno splendido saggio.

Diego gioca nella squadra One Academy, scuola calcio nata dall’unione delle squadre di Modena Cittadella Vis Modena, Madonnina e Maritain. Con i suoi compagni è in campo contro la Monari Nasi, partita valida per il campionato Csi. Diego ricopriva il ruolo di esterno di fascia, ed in quella zona del campo corre per recuperare una palla, la aggancia, vede la porta e tira. E’ rete. Ma il pallone è uscito, l’arbitro non se ne era accorto, così Diego lo avverte e gli chiede di annullare la rete. Una lezione per tutti, un gesto carico di significati.

Il piccolo Diego ha la passione per il calcio nel dna, porta il nome del giocatore più grande di tutti e idealmente come Maradona ha compiuto una magia. Lo ha fatto con semplicità, esibendo nel modo più spontaneo la dote più preziosa che serve non solo in campo ma anche fuori, nella vita: la qualità umana e morale.

«Io sabato mattina dagli spalti non mi sono resa conto subito di quanto era accaduto – ha dichiarato la mamma di Diego, Giusy -. Sono orgogliosa di questo gesto, significa che stiamo facendo un buon lavoro come genitori e che i mister stanno trasmettendo ai ragazzi i valori corretti. Diego è un bimbo vivace, quando lo seguo dalla tribuna sento sempre gli allenatori richiamarlo per la sua esuberanza, stavolta ha meritato gli applausi di tutti».

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