L’annuncio a sorpresa, che deflagra come una bomba, porta la firma di Manlio Messina, il parlamentare ed ex assessore regionale che ha anticipato l’arrivo di “una compagnia aerea made in Sicily”, pronta a praticare “prezzi super-speciali”. Uno scossone per la Sicilia e i siciliani che sperano di poter tornare a viaggiare a prezzi “umani”. Il pensiero è subito tornato agli anni d’oro in cui era in attività Wind Jet.
La compagnia aerea Wind Jet S.p.A. venne fondata nel gennaio 2003 a Catania da Antonino (Nino) Pulvirenti, imprenditore della grande distribuzione che ha scritto pagine di storia da presidente del Catania calcio (che ha portato in Serie A, regalando stagioni straordinarie al pubblico etneo) e che per alcuni anni è stato anche proprietario di due hotel di lusso a Taormina.
Pulvirenti era riuscito a fare l’impresa, con la sua Wind Jet, prima aerolinea low cost italiana per passeggeri trasportati, che ha utilizzato una flotta di 13 Airbus tra A.319 e A.320 su rotte nazionali e internazionali, soprattutto verso il nord ed est Europa. La sede legale si trovava a Catania e le basi operative erano situate presso gli aeroporti di Catania, Palermo e, dal 2011, anche di Rimini.
L’11 agosto 2012, a causa di problemi finanziari, la compagnia ha cessato le proprie attività. E da quel momento si è creato un vuoto mai colmato sino a questo momento, con l’assenza di un vettore low cost siciliano, una società del luogo che fosse competitiva ed in grado di fare la propria parte per favorire la pratica di prezzi più concorrenziali. Un’offerta più accessibile per chi, evidentemente, non può pagare un volo Catania-Milano più di una tratta intercontinentale per New York.
Pulvirenti aveva interpretato il desiderio dei siciliani di avere una low cost in grado di sfidare le grandi compagnie e forse, anzi certamente, proprio quella sua sfrontatezza imprenditoriale che si era rivelata una scommessa vincente, è diventata uno “sgarbo” inaccettabile, uno schiaffo, per i colossi ai quali Wind Jet aveva eroso e portato via un pezzo importante dell’utenza.
La crescita di Wind Jet ad un certo punto è diventata non più sostenibile ed è iniziata la crisi. Correva il 2012, il 25 gennaio per esattezza, quando Alitalia dichiarava di volersi integrare con Wind Jet e Blue Panorama, fusione che si sarebbe concretizzata il 13 aprile: in tale data fu firmato (sulla carta) il contratto per l’acquisizione, da parte del Gruppo Alitalia, di Wind Jet.
Il 26 aprile successivo, denunciando pesanti perdite economiche, l’azienda disponeva la procedura di mobilità per i 504 dipendenti. Alla fine di luglio, l’acquisto si complicava: l’autorità garante della concorrenza e del mercato – l’antitrust italiana – dava parere favorevole a condizione che Alitalia cedesse alcune posizioni (i cosiddetti slot) da e per l’aeroporto di Milano-Linate[8]. A queste condizioni, Alitalia valutava di perdere 20 milioni di Euro il primo anno e 30 il secondo. Per questa ragione chiedeva alla proprietà Wind Jet garanzie relativamente ai debiti contratti. Per contro l’amministratore delegato Stefano Rantuccio accusava Alitalia di voler ottenere migliori condizioni economiche. In risposta a queste dichiarazioni, all’inizio del mese di agosto, Alitalia annunciava di voler rinunciare all’acquisto. A questo punto ENAC inoltrava a Wind Jet una richiesta di garanzie di solvibilità nei confronti dei creditori e di regolarità nelle operazioni di volo. L’ENAC chiedeva anche di cessare l’emissione di biglietti, provvedimento che WindJet adottò subito chiudendo il sito internet.
La crisi di Wind Jet non ha trovato più una soluzione e ha avuto anche i relativi risvolti giudiziari. La fine di Wind Jet, secondo alcuni analisti, sarebbe da imputare alla sfavorevole situazione economica internazionale, all’aumento del costo delle materie prime, ad alcuni incidenti ed eventi eccezionali, come, ad esempio, l’acquisto del brand Wind Jet dalla controllante Meridi per 10 milioni di euro.
Ma ora il sogno di una low cost siciliana lo riaccende il progetto Etna Sky. E il 2026 potrebbe diventare l’anno della svolta.


