HomeSiciliaEtna come Roccaraso, invasione sul vulcano. Protezione Civile: "Grande afflusso, strade intasate"

Etna come Roccaraso, invasione sul vulcano. Protezione Civile: “Grande afflusso, strade intasate”

Invasione di curiosi sull’Etna e scatta l’emergenza per le troppe presenze attorno al vulcano. Una situazione che viene paragonata da qualcuno all’assalto che di recente ha interessato Roccaraso. “La Protezione civile regionale è intervenuta sull’Etna presa d’assalto da migliaia di curiosi, turisti e appassionati – spiega il responsabile del Dipartimento regionale di Protezione Civile, Salvo Cocina – ed ha attivato quattro sue associazioni di volontariato, da Belpasso, Ragalna, Nicolosi e Adrano per dare assistenza alla popolazione e per indurre gli automobilisti a non percorrere le strade già intasate. Una situazione che ricorda l’assalto a Roccaraso, ma con pericoli maggiori perché sono bloccate le vie di fuga e di emergenza.

“Il fronte lavico, poco alimentato, ha superato la pista Altomontana e supera quota1.900 metri e non ci sono più esplosioni freatiche. Centinaia di persone, quasi tutte ben attrezzate e ben accompagnate dalle guide alpine e vulcanologiche” osservano l’eccezionale fenomeno, ma c’è stato anche “un afflusso costante dalla strada provinciale 92 e dalla strada Milia di un migliaio di persone, posteggio selvaggio ai margini delle strette strade, blocco della circolazione a piano Vetore e impossibilità di passaggio dei mezzi di soccorso”. Lo scrive sui social sull’eruzione dell’Etna il capo dipartimento della Protezione civile regionale, Salvo Cocina, sottolineando che ha “comunicato la situazione di rischio al prefetto per attivare le Forze dell’ordine e la polstrada”.

La Protezione Civile ha chiesto ai sindaci, oltre all’emanazione di apposite ordinanze, la presenza dei Vigili urbani e di dipendenti comunali e al sindaco metropolitano la polizia provinciale e il Gatto delle nevi per i soccorsi circolazione piano vettore bloccata; inoltre è stato richiesto a INGV Catania uno scenario del flusso lavico eventualmente, nel caso di interessamento dei centri abitati, per predisporre procedure di protezione civile.

“Visto il grande affollamento, i luoghi impervi e i rischi conseguenti occorre infatti la mobilitazione di tutte le strutture pubbliche – evidenzia Cocina -. Resta confermato che sono i comportamenti incauti di persone non attrezzate e non preparate che creano gran parte degli incidenti e delle richieste di soccorso. Il tema è quello di coniugare le esigenza di fruizione del vulcano con quelle di sicurezza. Non è propriamente un evento calamitoso di protezione civile piuttosto legato alla fruizione del Vulcano e quindi coinvolgente anche il Parco dell’Etna e il governo del territorio e su questo occorre confrontarsi. Intanto diciamo grazie a tutti gli intervenuti e in particolare ai volontari”.

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